A sparare è stato un 23enne, identificato dalla polizia con il nome di Robin Westman, proveniente dalla periferia di Minneapolis, che si è tolto la vita al termine della sparatoria. L'FBI sta indagando sull’accaduto come un possibile atto di terrorismo interno e un crimine d’odio contro i cattolici.
Le indagini sono ancora in una fase iniziale ma, come sottolinea il giornalista Giampiero Gramaglia, "i cattolici normalmente non sono considerati un gruppo oggetto di particolari attenzioni dal punto di vista terroristico".
"L’episodio si inserisce in quella che è una lunghissima serie di sparatorie negli Stati Uniti con più vittime, facilitate dalla semplicità con cui è possibile procurarsi armi da fuoco", aggiunge Gramaglia.
Il presidente Donald Trump ha ordinato l’esposizione delle bandiere a mezz’asta per commemorare le vittime della sparatoria di Minneapolis, mentre si prepara, nella giornata di oggi, a presiedere un incontro alla Casa Bianca sul futuro della Striscia di Gaza. Intanto, i carri armati israeliani avanzano nei sobborghi settentrionali di Gaza City, già colpita dalla carestia.
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L’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, ha dichiarato a Fox News che gli Stati Uniti hanno un piano completo "che riflette le motivazioni umanitarie del Presidente Trump in questa situazione".
Il presidente Trump ha precedentemente proposto un’assunzione del controllo della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti, mentre Israele sta pianificando una cosiddetta "città umanitaria", che inizialmente ospiterebbe 600.000 persone.