“QUELLA NOTTE AL SAN PAOLO: IO, PINO DANIELE E 80.000 PERSONE”
Nel 1993 usciva “Animamigrante”, il primo album degli Almamegretta. 26 anni dopo, Raiz, storico frontman della band napoletana, si racconta in questa lunga intervista a Lorenzo Santangelo: come è cambiato il mondo, la musica, le innumerevoli collaborazioni, i tanti successi e anche qualche rimpianto. E quella notte del ’98 al San Paolo con Pino Daniele e 80.000 persone…
Tutto nacque a Londra alla fine degli anni ’80, quando Raiz, al secolo Gennaro Della Volpe, trasferitosi nella capitale inglese, scoprì un nuovo movimento musicale che mischiava le sonorità moderne con quelle della tradizione asiatica.
“Londra è la città europea multietnica per eccellenza, io mi trasferii lì perché avevo fame di conoscenza. All’epoca non si emigrava tanto per problemi economici o per fame, la fame che sentivo era di cultura. E lì ebbi modo di frequentare alcune serate particolari, nelle quali gli immigrati asiatici, soprattuto indiani e pachistani, cercavano di affermare la loro presenza attraverso la musica, contaminando diverse sonorità e culture. Pensai che il modo di cantare napoletano poteva prestarsi bene a quel concetto nuovo, e così nacquero gli Almamegretta, che significa appunto “Animamigrante”. Cercammo di creare un nuovo linguaggio musicale utilizzando vari linguaggi non ufficiali, come la lingua napoletana, servendoci di generi provenienti da altre parti del mondo e suoni più vicini a noi, il suono del mediterraneo, della Magna Grecia.”
La società italiana è indubbiamente cambiata rispetto a quando gli Almamegretta iniziavano a diffondere il loro messaggio attraverso la musica, ma secondo Raiz è ancora possibile portare avanti quel discorso.
“Esattamente come esiste un “fronte della chiusura”, di persone che ti apostrofano come buonista se tu proponi una visione del mondo basata sulla solidarietà (io li chiamo “cattivisti”), esiste anche un fronte che è stufo di questa retorica. A quelli che dicono che siamo troppi, che non c’è più posto per nessuno, ricordo che in Italia esistono interi paesi quasi disabitati, svuotati dall’emigrazione interna. Ma al di là di tutto, il mondo è frutto di migrazioni, è un fenomeno inevitabile. Certo, l’immigrazione porta anche problemi, bisogna essere realisti, gli incontri tra culture diverse possono trasformarsi in scontri. Per evitare di farsi male bisogna assecondare l’onda. Se c’è una salvezza per il mondo è il confronto tra culture diverse.”
Tantissime le collaborazioni di Raiz e degli Almamegretta con altri artisti come Enzo Avitabile, i Planet Funk, i Massive Attack, Daniele Silvestri, Teresa De Sio, James Senese e molti altri. “Ho avuto una carriera molto fortunata sotto questo punto di vista. Forse i due artisti con i quali ho avuto il miglior rapporto sono stati Enzo Gragnaniello e Pino Daniele. Con Enzo c’è molta affinità perché lui incarna un qualcosa di culturalmente molto presente a Napoli, mentre con Pino è stato realizzare un sogno. Ricordo un episodio: sono stato suo ospite al concerto del ’98 al San Paolo e prima del bis lui mi disse: “Guarda, sono un po’ stanco. Adesso dovrei fare “Yes I know my way” ma la canti tu. Te le ricordi le parole?”, e io gli risposi che era come se l’avessi scritta io, non potevo non ricordare le parole. Quindi mi ritrovai a cantare “Yes I know my way” a casa mia, davanti a 80 000 persone. Tornato a casa mi dissi: “Ok, nella vita ho fatto praticamente tutto ora, va bene così”
“Sono molto contento del mio percorso artistico, ma un piccolo rimpianto c’è: forse la mia generazione avrebbe dovuto sostituire quella precedente, invece non ci siamo riusciti. È come se fossimo sempre rimasti “musica emergente”, nonostante abbiamo tutti figli a carico e capelli bianchi. Invece abbiamo aperto la strada alla nuova generazione, è come se avessimo abituato il pubblico a nuove sonorità, con molta fatica, per poi vedere gli altri usufruire di questa piccola rivoluzione. Noi siamo rimasti confinati all’underground, nell’immaginario collettivo, mentre molte cose che proponevamo vent’anni fa oggi sarebbero considerate pop."