Venerdì 27 settembre gli abitanti del Victoria possono godersi un giorno di festa sbucato sul calendario appena 4 anni fa, ma che ha tutti i crismi della public holiday: uffici e scuole chiuse, esercizi commerciali con le serrande abbassate e migliaia di persone in giro a far compere per il barbecue di sabato.
Oppure tutti nella centralissima Swanston street per la parata dei giocatori di Tigers e Giants, perché la giornata sancisce l’inizio del weekend della Grand Final dell’AFL, la finalissima del campionato di football australiano. Uno sport nato nel Victoria nel 1858 e letteralmente cresciuto con Melbourne.

Un'immagine della Grand Final del 1979 tra Carlton e Collingwood Source: Getty
I Dees non rimasero un caso isolato, e il fenomeno del footy si allargò a macchia d’olio a tutti i quartieri di Melbourne. Così, quando nel 1897 in Italia veniva fondata la Juventus, i derby del Victoria tra Carlton e St Kilda, Essendon e Geelong o North Melbourne e Footscray (diventati poi i Western Bulldogs) avevano già una tradizione ultraventennale.
E poco male se il footy ha pochissimi punti di contatto col calcio. Si gioca 18 contro 18 su un ovale grande come due campi, i pali sono alti 10 metri,non ci sono i portieri, si può segnare anche con le mani, il gol vale 6 punti e il palo uno – giusto per citare alcune delle macro differenze col soccer.

Fondati nel 1885, i Richmond Tigers hanno vinto il campionato due anni fa, interrompendo un digiuno che durava dal 1980 Source: richmondfc.com.au
Di fatto è il pronipote del calcio gaelico, e anche se si chiama football l'accento andrebbe posto su la A di Australian e sulla R Rules. Sostanzialmente è una disciplina a sé, completamente aussie made, generata dall’incrocio di rugby, soccer e ingredienti a caso. Una specie di okapi sportivo, insomma.
A rendere ancor più speziato il mix, non manca chi rivendica le origini aborigene di questo sport. E la stessa AFL ha recentemente riconosciuto il legame tra il footy e un gioco indigeno, il Marngrook.
Il fatto che sia un fenomeno autoctono, unico e fondamentalmente curioso, spiega perché l’aussie rules non abbia mai varcato i confini dell’Australia (e che abbia impiegato anni per superare quelli del Victoria). Ma per svelare il mistero del suo successo, della sua longevità e del suo radicamento nel tessuto locale, bisogna andare oltre.
Rappresentando una delle poche tradizioni vecchie come la storia del Victoria, il footy sa generare senso di appartenenza, identificazione e rivalità accese. Tutti sentimenti che da queste parte sono merce rara, anche in quel laboratorio di emozioni forti che è lo sport.

I Geelong Cats sono stati fondati nel 1859 Source: AAP
E poi, nel suo essere severo ma giusto, cioè profondamente aussie, l'AFL incarna alla perfezione lo spirito nazionale. Sia nel bene (tifosi e giocatori rispettano le regole, nessuno contesta gli arbitri, ovunque si respira mateship e si va allo stadio per bere birra, non per simulare una guerra) sia nel male (dimenticate sofisticazioni tecniche o gesti bianchi di sorta, o voi che entrate).
In pratica il footy è nato con Melbourne e con Melbourne si è sviluppato, diventandone dopo 160 anni un accessorio essenziale. Oggi anche chi non mangia sport ha sposato una delle 10 formazioni cittadine: se è italo-australiano è probabile che soffra a causa di Carlton, se non è tifoso di Collingwood è probabile che non sopporti i Magpies. E via dicendo.
È naturale, quindi, che per i melbourniani la Grand Final rappresenti l’evento sportivo più atteso, seguito e chiacchierato dell’anno. Perciò, preso atto del rituale collettivo, il governo statale ha deciso - nel 2015 - di trasformare il venerdì che precede la finalissima in una festa.
Laica, pubblica e comandata come e più di qualsiasi altra bank holiday, ma capace di fermare uno Stato. E senza che nessun cittadino sollevasse il dubbio circa l'opportunità di istituire una ricorrenza che - studi di settore alla mano - sarebbe costata ogni anno circa 800 milioni di dollari alla collettività.

Il Melbourne Cricket Ground (MCG) può ospitare oltre 100mila persone Source: AAP
Del resto cosa sarà mai, per una città abituata a fermarsi dal 1873 per una corsa di cavalli.
Clicca sul player per ascoltare l'intervista con l'esperto di football australiano Luca Tramontin.