Carlo Airoldi, l'uomo che arrivò a piedi ad Atene per le prime Olimpiadi

Carlo Airoldi

Carlo Airoldi Source: Wikipedia

La storia di Carlo Airoldi, delle sue sfide impossibili e del viaggio a piedi da Milano ad Atene per correre alle Olimpiadi del 1896, nel nuovo episodio di "Storie di altri tempi".


Carlo Airoldi nacque nel 1869 alla Cascina Broggio, a Origgio - a venti chilometri da Milano ed oggi in provincia di Varese - da una famiglia contadina.

Incominciò a partecipare a gare nel territorio di Varese per poi arrivare competere a livello nazionale e internazionale. Qui ebbe inizio la sua leggendaria rivalità con il fortissimo atleta marsigliese Louis Ortègue.

Airoldi era a quel punto considerato come uno dei migliori fondisti della sua epoca. Il suo più grande successo fu la vittoria alla gara Milano-Barcellona nel 1895, una gara di marcia in dodici tappe lungo la disatanza di mille e cinquanta chilometri.
Carlo Airoldi
Carlo Airoldi Source: Wikipedia
Airoldi arrivò all'ultima tappa in prima posizione, a pari merito con Ortègue. E nell'ultima giornata, quando mancava soltanto un chilometro all'arrivo di Barcellona, superò il suo avversario, ma subito prima di tagliare il traguardo si voltò e vide il marsgliese accasciato al suolo.

A quel punto tornò indietro e se lo mise sulle spalle. Nel momento in cui stava attraversando il traguardo, però, urlò alla giuria "Io sono primo: l'avversario è con me, ed è secondo!".

La vittoria gli fruttò un premio di circa duemila peseta, un premio che risulterà essere un elemento importantissimo nella storia sportiva di Airoldi.
Nel novembre 1895. Airoldi sfidò Buffalo Bill, che si trovava in Italia con il circo, a una gara di 500 chilometri.
Airoldi sarebbe andato a piedi mentre Buffalo Bill a cavallo. Secondo i racconti dell'epoca, Buffalo Bill inizialmente accettò, pretendendo però di avere due cavalli a disposizione. Cosa che non fu accettata da Airoldi.
Buffalo Bill
Buffalo Bill's Wild West Show Source: Wikipedia
Airoldi, oltre al podismo, praticava altri sport a livello amatoriale come la lotta e il sollevamento pesi, mentre lavorava in una fabbrica di cioccolato.

La Prima Olimpiade

Airoldi tentò di partecipare alla I Olimpiade di Atene nel 1896, e all'epoca era considerato un favorito per la gara regina: la maratona. Si trattava dei primi giochi olimpici dell'era moderna e l'atleta lombardo voleva parteciparvi a tutti i costi.
Athens 1896
Entrance to the Pan Athenian Stadium, 1896. Source: Wikipedia
Il problema maggiore era la mancanza di denaro per pagarsi il viaggio e la permanenza nella capitale greca. Ottenne una piccola sponsorizzazione giornale milanese La Bicicletta a cui Airoldi propose di pagargli le spese in cambio di un'esclusiva per la pubblicazione del racconto del suo viaggio.
Airoldi decise di andare alle Olimpiadi a piedi. Una traversata avventurosa, da Milano ad Atene, attraverso l'Austria-Ungheria, l'Impero ottomano e la Grecia.
E secondo la sua tabella di marcia, per arrivare in tempo ad Atene per le gare, avrebbe dovuto percorrere 70 chilometri al giorno.

Il viaggio ebbe inizio il 28 febbraio del 1896. Le prime disavventure ebbero luogo a Spalato dove Airoldi incontrò un veneto che gli organizzò una gara con un campione locale, gara che Airoldi vinse. Purtroppo per lui, gli scommettitori locali non presero bene la sconfitta del loro campione e la perdita dei soldi scommessi, e lo aggredirono fisicamente.

Airoldi proseguì comunque il suo viaggio, ma prima di arrivare alla città croata di Ragusa, cadde e si ferì a una mano, dopo aver trascorso due notti all'adiaccio per non aver trovato ospitalità.

Decise poi di non attraversare l'Albania a piedi per giungere a Corfù perché c'era il rischio di incontrare dei briganti, che a quel tempo imperversavano nella zona.
Viaggio Airoldi
Carlo Airoldi's journey on foot from Milan to Athens in 1896. Source: Wikipedia
Si imbarcò quindi su un piroscafo austriaco che lo fece sbarcare a Patrasso, da dove raggiunse Atene a piedi, seguendo i binari della ferrovia in quanto non esisteva altra strada. Era la fine del 1800 e la rete dei trasporti in Europa non era certo quella che abbiamo oggi.
E dopo aver sbagliato strada a pochi chilometri da Atene, vi giunse finalmente il 31 marzo 1896 dopo 28 giorni di viaggio.
Airoldi si recò immediatamente al Palazzo Reale, sede del comitato organizzatore, per iscriversi alla maratona, e venne ricevuto dal Principe Costantino, futuro re di Grecia, che presiedeva il Comitato Olimpico. Airoldi fu però accusato di essere un professionista per quel premio in denaro ricevuto alla Milano-Barcellona dell'anno prima. E poiché alle Olimpiadi potevano partecipare soltanto atleti dilettanti, non gli fu permesso di iscriversi.

A nulla valsero le proteste del mondo sportivo e istituzionale italiani. Gli organizzatori furono inamovibili, suscitando anche dei sospetti sulla volontà da parteloro di escludere un atleta così forte da una gara a cui i greci tenevano particolarmente e nella quale, infatti, vinse un corridore locale.

Nonostante non fosse ufficialmente ammesso alla maratona, Airoldi cercò di correrla comunque, per dimostrare di essere l'atleta più forte; venne però fermato da un giudice prima del traguardo e per questo fu arrestato, passando la notte successiva in carcere.

Ma Airoldi non si rassegnò e lanciò una sfida al vincitore greco della maratona, sfida che non fu mai raccolta.
Airoldi
Carlo Airoldi Source: Wikipedia
Continuò a gareggiare in Lombardia. Appena rientrato dalla Grecia corse la gara Melide-Lugano e a pochi metri dal traguardo mentre era in terza posizione si fermò per farsi superare da un dodicenne che era alle sue spalle.

Nel 1898, come molte persone della zona di Varese, si trasferì in Svizzera per cercare lavoro.
Il 4 settembre a Zurigo sfidò un cavallo sulla distanza dei cinquemila metri
Nel 1899 si trasferì a Berna, per lavorare in un'azienda di biciclette e 16 settembre 1900 vinse la Friburgo-Berna.

Poi andò a cercare fortuna in Sud America, dove fonti dell'epoca raccontano di come si fece conoscere grazie alle sue sfide quasi impossibli, come quella che a Rio de Janeiro lo vide trasportare un sacco di più di quattrocento chili per cento metri.

E a Porto Alegre evitò per poco il linciaggio dopo aver perduto la sfida con un cavallo.

Airoldi tornò poi in Italia, si sposò ed ebbe sei figli. Morì a Milano, il 10 giugno 1929.

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