Donald Trump ha ricevuto a Washington Volodymyr Zelensky e i principali leader europei in un summit convocato per mettere fine al conflitto guerra in Ucraina. L’incontro segue il vertice di Anchorage con Vladimir Putin, che ha fallito l'obiettivo del cessate il fuoco e ha segnato un ulteriore avvicinamento delle posizioni tra la Casa Bianca e il Cremlino.
Trump punta a un’intesa rapida, ad un "accordo globale", che preveda garanzie di sicurezza per Kiev ma che di fatto certifichi la perdita dei territori già occupati da Mosca, come la Crimea e parte del Donbass. Una posizione che allarma l’Ucraina e divide l’Europa.
Clicca il tasto "play" in alto per ascoltare il resoconto del giornalista Giampiero Gramaglia

L'incontro informale avvenuto a San Pietro fra Trump e Zelensky Credit: FOREIGN AFFAIR MINISTR HANDOUT HANDOUT/EPA
I leader europei hanno invece insistito sulla necessità di un cessate il fuoco che apra la strada ai negoziati. "Serve una pace giusta che non premi l’aggressore", hanno sottolineato il cancelliere tedesco Merz, il presidente francese Macron e il premier britannico Starmer, ricevendo da Trump rassicurazioni sulle garanzie di sicurezza, ma non sulla restituzione dei territori contesi.
Putin sa sa come massaggiare l’ego dell’inquilino della Casa BiancaGiampiero Gramaglia
Secondo il giornalista Giampiero Gramaglia, il vertice mostra come "Trump pensi di arbitrare da solo la partita ucraina, lasciando l’Europa in panchina".
L’ex direttore dell’ANSA sottolinea anche l’ambiguità del presidente americano: "Con Zelensky e gli europei aveva parlato di cessate il fuoco, con Putin si è allineato alla sua posizione. È il segno di una fascinazione per il leader russo, che sa come massaggiare l’ego dell’inquilino della Casa Bianca".
Per Gramaglia, il rischio è che la pace proposta da Washington equivalga a una vittoria politica per Mosca.
"Trump parla di garanzie di sicurezza per Kiev, ma in realtà si riferisce a quel che resterà dell'Ucraina dopo le concessioni territoriali. La sua ossessione di presentarsi come pacificatore, nella speranza di vincere il Nobel per la Pace, potrebbe spingerlo a sacrificare valori e alleanze".