Dall’11 al 13 luglio scorsi si è tenuta ad Adelaide la venticinquesima conferenza della federazione australiana delle associazioni che raggruppano gli insegnanti di lingue straniere, e naturalmente non mancavano gli insegnanti di italiano.
Tra di loro c'erano anche la presidente della SAATI (South Australian Teachers of Italian) Silvia De Cesare ed il docente di italianistica dell'Università di Melbourne John Hajek, che in questo podcast condividono con noi alcune riflessioni sull'importanza di studiare almeno un'altra lingua, anche se l'inglese "lo parlano tutti".
Ascolta la chiacchierata con John Hajek e Silvia De Cesare cliccando il tasto 'play' in alto a sinistra
Hajek nella sua presentazione alla conferenza ha incluso alcuni dati sulla salute dell'italiano in Australia, mostrando come qui gli studenti e le studentesse di italiano siano più che negli Stati Uniti, Paese con una popolazione dodici volte superiore.
Abbiamo il numero più alto di studenti di italiano in tutto il mondo, e questo riflette gli sforzi da decenni di tante persone, tante organizzazioni, ma in particolare bisogna ringraziare la comunità italiana che si è messa a lavorare per arrivare a questo puntoJohn Hajek, professore di italianistica all'Università di Melbourne
"Speriamo di continuare così", commenta Silvia De Cesare, "c'è l'unico lato negativo che purtroppo quei numeri vanno a completamente a cadere quando si arriva negli anni delle scuole superiori".
L'importanza delle lingue straniere in un Paese anglosassone, benché multiculturale, va continuamente riaffermata, in quanto si può perdere la percezione che, come sottolinea il professor Hajek, "il multilinguismo è cosa normale in gran parte del mondo".
"Le lingue sono una delle poche materie dove possiamo insegnare l'empatia, la comprensione, dove possiamo svelare il mondo degli altri e non necessariamente adeguarci al mondo degli altri, ma accettarlo e non respingerlo", aggiunge la professoressa De Cesare.