Visti: appelli al ministro più trasparenti ma con tante esclusioni

Il ministro per l'Immigrazione Tony Burke durante un Question Time  in parlamento.

Il ministro per l'Immigrazione Tony Burke durante un Question Time in parlamento. Source: AAP / MICK TSIKAS/AAPIMAGE

I cambiamenti apportati all'accesso all'intervento del ministro dell'immigrazione come ultima istanza hanno reso il sistema più trasparente ma anche più rigido.


Quando una persona in Australia si vede negare il visto perdendo anche l'appello, può richiedere un intervento ministeriale, ovvero che il ministro dell’Immigrazione intervenga personalmente per modificare la decisione.

Questo potere è discrezionale e il ministro può concedere qualsiasi tipo di visto, come si è visto in molti casi nel passato.

"Ma negli ultimi anni questo meccanismo si è un po’ burocratizzato. Cosa succedeva? Molte richieste venivano filtrate dai funzionari del suo ufficio", spiega a SBS Italian l'agente d'immigrazione Emanuela Canini.

Una sentenza recente della Alta Corte australiana ha però stabilito che, se la legge richiede che sia il ministro a decidere, allora il potere non può essere delegato né possono esserci ostacoli burocratici che impediscano alle richieste di arrivare fino a lui.

Questa sentenza ha avuto un effetto a catena.
Il ministro ha dovuto riscrivere tutte le istruzioni su come gestire le richieste di intervento e, per essere in linea con la decisione della Corte e di conseguenza, dal 4 settembre 2025 sono in vigore nuove linee guida più precise e trasparenti.

Ora i funzionari devono seguire criteri molto più dettagliati per selezionare le richieste, garantendo che i casi importanti arrivino davvero al ministro in carica.

"Prima di tutto, c’è più trasparenza. Adesso si sa con maggiore chiarezza in quali casi una richiesta può effettivamente arrivare al ministro. Le nuove istruzioni sono però anche più rigide", continua Emanuela Canini.

Se dalla parte dei pro ci sono sicuramente una maggiore trasparenza nel processo e dei criteri chiari su quali casi possono accedere all’intervento, tra i contro le regole più rigide hanno limitato notevolmente l'accesso all'intervento ministeriale.

Solo chi dimostra circostanze eccezionali infatti può sperare nel suo intervento, dal quale sono esclusi molti casi umanitari, come vittime di frodi o persone con disabilità, che non rientrano nei criteri attuali.
Vedremo come si comporterà il ministro in futuro
Emanuela Canini

Ascolta l'intervento di Emanuela Canini cliccando il tasto "play" in alto a sinistra

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