Il film "Blade Runner" di Ridley Scott, uscito quasi quarant'anni fa, era ambientato nella Los Angeles di un futuro che allora sembrava lontanissimo: il novembre del 2019.
La pellicola rappresentava un paesaggio urbano post apocalittico, una megalopoli sovrappopolata, attraversata da automobili volanti e dominata da cartelloni pubblicitari colossali, sotto una pioggia costante.
Il film di Ridley Scott uscì nel 1982 ed era ispirato al romanzo di fantascienza di Philip K. Dick scritto 15 anni prima, dal titolo "Il cacciatore di androidi" (il cui titolo originale è Do Androids Dream of Electric Sheep?).
Prendendo spunto da questa ricorrenza, abbiamo parlato con due esperti di metropoli del futuro: a trentasette anni dal film di Ridley Scott, come sono cambiate le nostre città? E come saranno le città nel 2060?
Dick, alla fine degli anni 60, aveva immaginato un 2019 molto diverso da quello che viviamo oggi, ma forse non proprio in tutto?
Nel dibattito sono intervenuti: Andrea Colaiacomo, Principal Consultant (Transport Modelling) at Veitch Lister Consulting specializzato in ingegneria dei trasporti e Pierluigi Mancarella, professore di sistemi elettrici per l'energia dell'Università di Melbourne, che si occupa di "smart cities".