Venti anni fa gli stadi italiani erano le passerelle dei fenomeni del calcio mondiale: da Ronaldo a Batistuta, da Zidane a Nedved, da Baggio a Del Piero, da Vieri a Shevchenko, da Maldini a Nesta, da Totti a Buffon, tutti i migliori giocatori del pianeta militavano in Serie A.
Tra Cannavaro e Thuram, Inzaghi e Montella, Veron e Rui Costa, Zanetti e Cafu, all'asta del fantacalcio cadevi sempre in piedi. Persino il testimone passato da Henry a Trezeguet o gli ultimi fuochi di Boban e Weah, Signori e Mancini alimentavano il fascino di un torneo il cui richiamo era proporzionale allo spettacolo, nel quale gli investimenti dei presidenti andavano di pari passo con la passione dei tifosi. Nel quale tensioni e polemiche erano in linea con la posta in palio.
Iniziata il 29 agosto del 1999, la 98ma edizione del campionato più bello del mondo vedeva in lizza le famose Sette Sorelle, tutte formazioni più o meno in grado di lottare per il tricolore, ma già al giro di boa la lotta si era ridotta ad una corsa a due tra la Juve di Ancelotti e la Lazio di Eriksson.

Sabato primo aprile 2000, Diego Simeone decide la sfida di Torino tra la Juventus e la Lazio, riaprendo la corsa scudetto Source: getty images / Claudio Villa
La Vecchia Signora aveva preso il largo all'inizio del girone di ritorno, ma in primavera aveva dilapidato un vantaggio enorme, arrivato fino a +9, e si era presentata all'ultima giornata con due punti di margine sui biancocelesti.
Una differenza che, secondo i laziali, stava tutta nell'annullamento della rete di Cannavaro all'89' di Juventus-Parma della penultima giornata. Se l'arbitro De Santis avesse convalidato quel gol, bianconeri e biancocelesti sarebbero infatti arrivati a giocarsi lo scudetto - negli ultimi 90 minuti - appaiati in classifica.

Il 14 maggio 2000 i tifosi della Lazio organizzarono una manifestazione di protesta per le strade di Roma Source: Eric VANDEVILLE/Gamma-Rapho via Getty Images
Nella settimana che aveva preceduto l'ultimo turno in calendario, la rabbia dei tesserati e la furia di tifosi della Lazio si era pertanto sfogata in una serie di uscite sopra le righe e di manifestazioni eclatanti, culminate nel funerale del calcio. Alcuni supporters biancocelesti avevano persino deciso di boicottare lo stadio Olimpico in segno di protesta.
Così, in un clima di tensione e con i riflettori dell'opinione pubblica addosso, co-protagonisti di quel 14 maggio 2000 divennero le prime voci di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, la trasmissione di radio RAI che dal 1959 racconta in diretta le partite campionato: Bruno Gentili, che era all'Olimpico per Lazio-Reggina, e Riccardo Cucchi, inviato nel capoluogo umbro per l'incontro tra il Perugia e la Vecchia Signora.

L'arbitro Pierluigi Collina sotto il diluvio di Perugia Source: Getty Images/Claudio Villa
La storia sportiva di quel pomeriggio è nota: la Lazio vinse secondo pronostico contro i calabresi per 3-0, mentre la Juventus perse 1-0 al Curi - dove il gioco viene sospeso per oltre un'ora a causa di un nubifragio - e subì all'ultima giornata il sorpasso che consegnò il tricolore a Nesta e compagni.
Quando alle 18:04 Pierluigi Collina chiuse la sfida di Perugia, insomma, fu Riccardo Cucchi (a fine carriera dichiaratosi tifoso laziale) ad annunciare la conclusione di uno dei campionati di calcio più incredibili della storia e un successo atteso dai biancocelesti per 26 anni, dal titolo conquistato sotto la guida di Tommaso Maestrelli nel 1974.
A 20 anni di distanza, abbiamo chiesto a Riccardo Cucchi e a Bruno Gentili di rievocare ricordi, emozioni e retroscena di quello scudetto piovuto dal cielo.

Sven Goran Eriksson, allenatore del secondo scudetto della Lazio, con l'attuale tecnico biancoceleste, Simone Inzaghi Source: Getty Images/Grazia Neri/ALLSPORT

I tifosi della Lazio festeggiano nel centro di Roma lo scudetto vinto a sorpresa Source: Getty
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Bruno Gentili ricorda lo scudetto piovuto dal cielo
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Riccardo Cucchi ricorda lo scudetto piovuto dal cielo

La maglia regalata dalla Lazio al radiocronista RAI - poi dichiaratosi tifoso biancoceleste - che alle 18.04 del 14 maggio 2000 annunciò la vittoria tricolore Source: courtesy of Riccardo Cucchi
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