Un gruppo di 11.000 scienziati provenienti da oltre 153 paesi ha formalmente dichiarato una "emergenza climatica" dopo aver analizzato oltre 40 anni di dati globali.
I dati mostrano che è necessario intervenire immediatamente per fermare il riscaldamento globale, altrimenti è probabile che si verifichino grandi sofferenze per gli esseri umani, affermano gli scienziati.
Il team di scienziati, che comprende l'australiano Thomas Newsome, dell'Università di Sydney, ha analizzato una serie di dati - tra cui superficie terrestre, crescita della popolazione, tassi di fertilità, emissioni di carbonio e consumo di energia - prima di arrivare alla loro dichiarazione.
Il dott. Newsome spera che il rapporto pubblicato mercoledì sulla rivista BioScience susciti una risposta globale, in particolare da parte dei governi che finora non hanno agito.
"Ci sono stati dei piccoli movimenti a livello globale per affrontare il problema dei cambiamenti climatici ed il nostro obiettivo principale era quello di elaborare una nuova e ampia serie di indicatori grafici per illustrare gli impatti che gli umani stanno avendo sul clima ed i meccanismi innescati dai cambiamenti climatici", ha affermato il dott. Newsome.
La dichiarazione non solo avverte dei pericoli del cambiamento climatico, ma delinea sei aree su cui l'umanità dovrebbe agire immediatamente se vuole mitigare gli impatti del riscaldamento globale.
Le aree comprendono: energia, inquinanti di breve durata, natura, cibo, economia e popolazione.
Il dottor Newsome è fiducioso che con la giusta politica, il riscaldamento globale possa essere combattuto.
"[Il rapporto offre] una chiara politica sia per la comunità imprenditoriale che vuole agire sui cambiamenti climatici, che per ogni individuo, in modo da cambiare la traiettoria di questi grafici a livello nazionale e globale", ha affermato Newsome.
"Penso che potrebbe anche incoraggiare le persone a cambiare il loro comportamento nel loro piccolo perché molti piccoli passi aiuteranno a raggiungere gli obiettivi globali", ha aggiunto Newsome.
La dichiarazione è stata accolta favorevolmente dai gruppi e dai politici di difesa ambientale australiani.
Il vicecapo del Partito dei Verdi Adam Bandt spera che il parlamento federale segua le orme di migliaia di scienziati e dichiari un'emergenza climatica in Australia prima che sia troppo tardi.

Greens leader Adam Bandt Source: AAP
"Abbiamo agricoltori che soffrono di siccità da record, abbiamo città a cui è stato detto che potrebbero rimanere senza acqua; alcune parti dell'Australia hanno iniziato a bruciare a malapena un paio di settimane dopo la fine dell'inverno — siamo in un'emergenza."
"Il primo passo per risolvere un problema è ammettere che abbiamo un problema", ha dichiarato Bandt.
"Se il parlamento seguisse le direttive degli scienziati e dichiarasse un'emergenza climatica, allora potremmo concentrare gli sforzi, insieme ad altri paesi, per fermare il peggioramento della crisi climatica", ha aggiunto Bandt.
Ma sembra improbabile che la Coalizione intraprenderà un'azione drastica immediata pochi giorni dopo che il Primo Ministro Scott Morrison ha ribadito l'impegno del suo governo a sostenere il settore minerario australiano, in quanto ritiene che sia parte integrante dell'economia e del futuro della nazione.
"Nulla definisce più chiaramente, a mio avviso, un governo di coalizione nazionale-liberale del nostro supporto forte e completo per i settori tradizionali come l'industria mineraria", ha detto Morrison qualche giorno fa.

Prime Minister Scott Morrison. Source: AAP
Il ministro dell'Energia Angus Taylor ha dichiarato che il governo sta agendo sui cambiamenti climatici.
"Il governo ha precedenti nel raggiungere e addirittura sorpassare tali obiettivi", ha dichiarato in un comunicato.
"Nell'ambito di un'azione globale coordinata per affrontare i cambiamenti climatici, abbiamo obiettivi forti per ridurre le nostre emissioni entro il 2030 del 26-28% al di sotto dei livelli del 2005. Questo obiettivo è raggiungibile e responsabile", ha aggiunto.
La combustione del carbone, tuttavia, è una delle principali cause del riscaldamento globale, ha affermato l'Australian Conservation Foundation.
L'amministratore delegato del gruppo, Kelly O'Shanassay, avverte che il governo non può permettersi di continuare a ignorare il ruolo del carbone.
"La scienza è molto chiara al riguardo, eppure il nostro Primo Ministro entra in parlamento tenendo in mano un pezzo di carbone, e il suo governo continua ad approvare nuove miniere e centrali a carbone".
"Questo è molto, molto pericoloso per il nostro futuro, specialmente quando abbiamo forme di energia rinnovabile ed è più economico investire ora".
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