La corte federale australiana ha dichiarato illegale una tassa controversa per i titolari di visti Working Holiday, aprendo la strada potenzialmente al risarcimento di decine di migliaia di turisti.
In una sentenza emessa mercoledì, il giudice John Logan ha affermato che l'imposta del 15% sul reddito — che sarebbe normalmente esente da imposte per i cittadini australiani dal reddito inferiore a $18.200 — non poteva essere riscossa da alcuni backpackers che all'epoca erano anche residenti australiani, perché ciò avrebbe violato accordi con altri paesi.
I residenti australiani non sono tassati sul reddito che guadagnano fino a una soglia di $18.200.

La corte federale australiana ha giudicato inammissibile la nuova tassa sul reddito che il governo ha imposto sui backpackers. Source: AAP
Tuttavia, nel 2016 il governo ha introdotto la tassa sui backpacker, che ha colpito le persone che vengono in Australia con un visto Working Holiday con un'imposta del 15% sui primi 37 mila dollari guadagnati.
Il caso giudiziario è nato dopo che una società fiscale britannica nel 2017 ha presentato denuncia per conto di Catherine Addy, una britannica che ha trascorso due anni in Australia lavorando nel settore dell'ospitalità.
I legali che avevano fatto causa, Taxback.com, hanno affermato che trattati simili esistevano anche con Stati Uniti, Germania, Finlandia, Cile, Giappone, Norvegia e Turchia.
Questi paesi rappresentano circa la metà di tutti i turisti che vengono in Australia con un Working Holiday Visa, hanno dichiarato.
Il giudice John Logan ha affermato che il governo ha discriminato Addy, che aveva un visto Working Holiday, facendole pagare la tassa.
"Questa è una forma mascherata di discriminazione basata sulla nazionalità", ha scritto il giudice Logan nel la sua sentenza.
"Questo è esattamente il tipo di discriminazione vietata dall'accordo sulla doppia imposizione."
Si pensa che circa 70.000 backpackers potrebbero ora recuperare collettivamente centinaia di milioni di dollari dall'Australian Tax Office (ATO).
L'Australian Taxation Office (ATO) ha dichiarato che sta prendendo in considerazione un ricorso.
I turisti che detengono un visto Working Holiday possono essere classificati come "residenti stranieri" ai fini fiscali, afferma il sito internet dell'ATO.
Nel casi di Addy, essa viveva principalmente in una casa di Sydney ed era rimasta per lo più in New South Wales. Per questo motivo era stata considerata "residente" ai fini fiscali.
Circa 150.000 turisti viaggiano in Australia ogni anno con un visto Working Holiday.
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