Di solito, tra Natale e la fine di gennaio, arrivano talmente tanti turisti a Bermagui, un paese di poco più di 1.500 abitanti sulla costa a 380 chilometri a sud di Sydney, che i proprietari di attività come la Bermagui Gelato Clinic contano proprio su questo periodo per la sopravvivenza del loro business.
I turisti avevano cominciato ad arrivare poco prima di Natale, spiega Francesca Michielin, proprietaria della Bermagui Gelato Clinic.
Perdute le stagioni turistiche sia di Natale sia di Pasqua
Poi, il 31 dicembre, arrivarono gli ordini di evacuazione per via degli incendi.
Fortunatamente, grazie ad un cambiamento nella direzione del vento, Bermagui fu risparmiata, ma tutti i turisti se ne andarono.
"Il 31 dicembre c’erano 5.000 persone che sono dovute andare al surf club come punto di evacuazione, e sono tutti andati via in un colpo solo per via degli incendi", ha detto Michielin a SBS Italian.
"Quindi ci siamo trovati con 5.000 turisti da mandare a casa, il che non è neanche stato facile", ha aggiunto.
Da allora la gelateria non ha avuto quasi nessuna entrata.

Il 31 dicembre, quando ai residenti di Bermagui è stato ordinato di evacuare, la Gelati Clinic, che è in riva al mare, è diventata un luogo di rifugio. Source: Foto fornita da Francesca Michielin
Dopo gli incendi che hanno colpito la zona a cavallo tra 2019 e 2020, i proprietari di negozi e attività nelle zone turistiche della South Coast del New South Wales speravano di rifarsi a Pasqua.
"Tutti speravamo in una Pasqua grande, che sarebbe stata la Pasqua più grande in assoluto, perché tutti volevano tornare, spendere i loro soldi".
"E invece [per via del COVID-19] neanche questo è successo".
Le restrizioni imposte dai governi federali e statali per contenere la pandemia di coronavirus sono risultate in una totale assenza di turismo.
Infatti è vietato per i residenti del NSW viaggiare per turismo, e le persone possono uscire di casa soltanto per ragioni "essenziali", come comprare da mangiare o andare dal dottore.
Prima delle vacanze di Pasqua le autorità hanno riaffermato il divieto di recarsi nella propria seconda casa, e varie persone che lo hanno fatto sono state multate.
La solidarietà da parte dei residenti di Bermagui non è mancata nelle ultime settimane, sebbene la gelateria faccia solo take-away " per via delle regole di distanziamento sociale", spiega Michielin.

Francesca Michielin davanti alla cucina della Bermagui Gelati Clinic. Source: Facebook
"I client fissi che vengono a bersi il caffè sono sempre venuti, ogni giorno. A volte anche due volte al giorno, proprio per dimostrare qualcosina, non solo a noi ma anche per loro stessi", ha spiegato Michielin.
Ma con una popolazione di soli 1.500 abitanti, il turismo è linfa vitale per un business come il suo.
"Andiamo verso l'inverno che è sempre quiet"
E con l'inverno alla porte, la situazione non è promettente.
"La cosa brutta è che qui andiamo verso l’inverno che è sempre, come dicono qui, 'quiet'", ha ammesso Michielin.
"Secondo me non abbiamo idea ancora dell’impatto che ci aspetta. Io sono positiva ma sarà dura".
Nella stagione di punta, la gelateria ha 5 o 6 dipendenti, che per via del COVID hanno deciso di rimanere a casa nei mesi passati.
Al momento, una persona è più che sufficiente per tenere aperta la gelateria.
"I nostri dipendenti volontariamente hanno deciso di rimanere a casa e noi abbiamo deciso di andare avanti tra di noi".
Quindi Francesca e suo marito fanno a turno: chi sta a casa a fare home schooling con i tre figli, e chi va in gelateria a tenere aperto.
"Abbiamo deciso di tenere aperto perché anche solo un pochino aiuta. Noi comunque abbiamo le nostre spese da pagare".
"Impossibile pagare i dipendenti aspettando JobKeeper"
Ma man mano che i dipendenti vorrebbero tornare a lavorare, Francesca spiega che non potrebbero permettersi di tenerli tutti, mentre aspettano di ricevere il sussidio JobKeeper per pagare gli stipendi.
"Noi abbiamo avuto entrate quasi zero, quindi ci qualificheremmo per il JobKeeper", ha detto.
"Adesso che alcuni dipendenti sono pronti a tornare, li facciamo lavorare quel poco che possiamo, però per il JobKeeper io non so se ce la faremo a farlo perché non abbiamo soldi, non possiamo pagarli in anticipo e aspettare un mese perché il governo ci ridia indietro i soldi. È impossibile".
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"Mi sto inventando un nuovo lavoro"
Altri operatori turistici stanno addirittura pensando di cambiare completamente lavoro finché le cose non torneranno alla normalità.
Fabrizio Iappelli, proprietario di ReadySteadyTour, è una guida turistica che organizza tour alle Blue Mountains, a Sydney, a Canberra e nella Hunter Valley.
"A novembre, dicembre e gennaio ho lavorato sette giorni su sette", ha detto a SBS Italian.
"Abbiamo avuto delle cancellazioni per troppo fumo. Però sono riuscito ad andare avanti... Facevamo dei tour con la mascherina quando i clienti si trovavano".
Quando c'era troppo fumo a Sydney, alle Blue Mountains o a Canberra, Fabrizio riusciva comunque a trovare clienti per viaggi nella Hunter Valley, meno colpita dagli incendi.

Fabrizio Iappelli durante un tour alle Blue Mountains. Source: Facebook
"Puntavo su quello... Ma adesso non c’è più nulla".
Da quando sono subentrate le restrizioni per il contenimento del COVID-19, Fabrizio ha perso tutti i clienti.
"Tutte le prenotazioni per maggio, giugno e luglio sono state cancellate... Il COVID ci ha troncato del tutto", ha detto Fabrizio.
Non avendo nessuna prenotazione fino a dicembre 2020, Iappelli si sta reinventando una professione, almeno temporaneamente.
"Mi inventerò qualcosa momentaneamente nel settore dell’ospitalità, che è dove ho cominciato... Io sono anche chef-pasticcere".
In ogni caso Fabrizio non vede l'ora di riprendere la sua attività.

Fabrizio Iappelli davanti alle Three Sisters alle Blue Mountains. Source: Facebook
"Fremo per ricominciare dopo il COVID", ha concluso comunque con il solito entusiasmo.
Una pizzeria mobile la risposta alla chiusura dei ristoranti
Francesco Laera è un imprenditore italo australiano che fino a fine marzo gestiva quattro attività di ristorazione a Meeniyan, una località in una delle zone più turistiche dello stato del Victoria, a sud della regione del Gippsland, tra Philip Island ed il parco naturale di Wilsons Promontory.
Le sue attività vanno avanti da 8 anni.
“Oggi il turista non esiste più,” ha dichiarato Francesco Laera a SBS Italian.
“[Il turismo] era già stato decimato dall’emergenza incendi, ma tutto sommato avevamo cominciato a riprenderci perché c’era stata una late summer — ma poi è arrivato il virus.”
Il 22 di marzo il governo federale ha ordinato la chiusura di tutte le attività non essenziali, inclusi ristoranti, club e pub. Pizzerie, cafes e gelaterie possono fare solo take-away.
“Da un giorno all’altro ti trovi senza business. Avevamo un ristorante e non ce lo abbiamo più, avevamo due gelaterie e non le abbiamo più, avevamo un deli, e non lo abbiamo più".
"Tutto è sparito overnight e quindi abbiamo dovuto reinventarci", ha aggiunto.

Francesco Laera davanti al trailer con il forno a legna portatile. Source: Trulli
"Cercherò di pagarvi lo stipendio con i miei soldi"
Inizialmente la pizzeria Trulli di Meeniyan è rimasta aperta offrendo solo il servizio take-away, ma è andata male.
“Abbiamo perso il 90% del nostro business”, ha detto.
“Ci siamo trovati tutto d’un tratto senza clienti, che significa no introiti. Ho parlato con il mio team e ho detto loro: 'Cercherò di pagarvi lo stipendio finché posso con i miei soldi personali'”.
La pizzeria Trulli è diventata un forno trasportabile su un trailer che percorre ogni settimana centinaia di chilometri nel sud della regione del Gippsland.
“La domenica del 22 marzo, hanno fatto chiudere i ristoranti e io il lunedì sono andato a Melbourne per comprare un forno e abbiamo a cominciato a fare pane, croissant e pasticceria italiana", ha raccontato Laera.
“[Abbiamo pensato] visto che la gente non viene al ristorante, andiamo noi dalla gente... Abbiamo pensato: ‘in una situazione d’emergenza per tutti, il nostro lavoro è fare cibo e sicuramente la gente avrà bisogno di pane. Non esiste più il fine dining”.
Questa soluzione ha permesso a Laera di tenere i suoi dipendenti.
"Questo set-up ci ha permesso di portare avanti il business in modo da pagare gli stipendi e il minimo indispensabile per portare avanti il team che lavora con noi.”
Laera ha un team di nove persone tutte immigrate dall’Italia, ed ora in Australia con un visto temporaneo, motivo per cui non possono accedere a JobKeeper.
“Quindi mi sono dovuto rimboccare le maniche il più possibile in modo tale da poter mandare avanti questi membri del team che sono fondamentali alla sopravvivenza del business”, ha detto.
"Mi sento in dovere di garantire un futuro ai miei dipendenti"
Nell’Australia rurale la manodopera nel settore della ristorazione scarseggia, spiega Laera.
“Tutti se ne vanno nelle grandi città. Le persone qui diventano idraulici, elettricisti, lavorano in campagna, io non ho persone a cui accedere. Quando pubblico un annuncio di lavoro magari mi risponde una persona ogni sei mesi”.
“Ho gente cha lasciato la famiglia in Italia per venire a provare a lavorare con noi. Si sono trovati bene e poi la famiglia dall’Italia li ha raggiunti qui".

I dipendenti della pizzeria Trulli. Source: Trulli
"È gente che ha creduto in noi nel corso di questi anni. Persone che hanno cambiato il loro stile di vita e hanno deciso di trasferirsi in Australia per noi, e quindi mi sento in dovere di garantirgli un futuro", ha spiegato Laera.
"È bello avere successo come imprenditori, ma non ci possiamo dimenticare delle persone che lavorano con noi, perché da solo non sarei mai arrivato da nessuna parte”.
“[Il fatto] che il governo non possa mantenerli significa che adesso tocca a me pensare a loro. È il mio momento di give back quello che loro hanno dato a me — la fiducia”.
Francesco Laera è un cittadino australiano e sul sussidio di JobKeeper ha delle perplessità.
Il governo federale ha confermato questo mese che il sussidio JobKeeper non è disponibile per i titolari di un visto temporaneo.
“Ho avuto mixed emotions, ero felice perché, come nazione, il fatto che l’Australia dia uno stimolo del genere ai propri cittadini è incredibile”.
Ma al tempo stesso Laera ha trovato ingiusto che l'accesso a JobKeeper sia stato negato ai residenti temporanei, che spesso all'Australia danno molto, tramite il loro lavoro.
“I visti che facciamo per ogni persona che assumiamo costano una marea di soldi e questi soldi vanno al governo australiano... Quindi siamo dei promotori attivi nel business australiano. Con l’immigrazione portiamo soldi e ne portiamo tanti", ha dichiarato Laera.
"Ogni persona che è in Australia con un visto paga le tasse come un australiano, quindi ti trovi a chiederti: al momento di pagare le tasse siamo tutti uguali e al momento di prenderli siamo diversi?”
Scopri come "la curva epidemica" si sta modificando in Australia giorno per giorno con questo grafico interattivo creato da SBS Labs, che mostra il numero di casi attualmente positivi, guariti, morti e casi totali dal primo rilevamento a oggi, stato per stato.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
I test per il coronavirus ora sono ampiamente disponibili in tutta Australia. Se avete sintomi da raffreddore o influenza, richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.
La app di tracciamento del coronavirus del governo federale COVIDSafe è disponibile e può essere scaricata dall’app store del vostro telefono.
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