Spike Lee è un regista abbastanza controverso, perché è sempre stato molto diretto nella sua comunicazione cinematografica e poi perchè, forse, è il più importante regista nero del cinema americano a partire dagli anni '80.
I suoi film hanno sempre avuto un contenuto ad alta gradazione politico e razziale, e anche se non sempre è riuscito a mantenere il livello di eccellenza delle sue prime opere nel nuovo film, uscito in questi giorni nelle nostre sale, "BlacKkKlansman", è assolutamente all'altezza di quei successi.
È un flim che unisce da una parte l'aspetto di commedia divertente e assolutamente geniale, che già conosciamo nei film di Spike Lee, con quella che invece è una storia vera che ha dell'incredibile.
È ambientata negli anni '70, quando un poliziotto di colore riesce ad infiltrarsi nel Ku Klux Klan, contattando e contrattando i vertici di questa organizzazione esclusivamente per telefono.
Per quanto assurda la storia possa sembrare, in realtà è una storia vera e tutto quello che succede nel film è di fatto semplicemente la trasposizione sullo schermo di ciò che accade in quei mesi.
È divertente, attuale e politico, ma allo stesso tempo non retorico. Merita sicuramente la visione, ad anche di essere rivisto.
Il giudizio generale di 4 stelle.




