Valentino Balboni è considerato una leggenda dagli appassionati di motori. Non è stato né un campione alla guida di una Formula 1 e neppure il fondatore di una scuderia automobilistica.
Valentino Balboni ha in realtà lavorato per tutta la vita dietro le quinte, contribuendo però in maniera decisiva alla creazione di un vero mito dell’automobilismo: la Lamborghini. E non è un caso che una delle linee più "aggressive" della casa automobilistica sia stata chiamata, in suo onore, “Valentino Balboni”.
Nato a Casumaro in provincia di Ferrara il 13 maggio 1949, Balboni è entrato in azienda come apprendista meccanico, diventando, nel corso degli anni, collaudatore capo della casa automobilistica. E in questo ruolo ha partecipato allo sviluppo di alcune delle più celebri vetture di sempre e, secondo le pubblicazioni specializzate, avrebbe collaudato personalmente circa l’80% di tutte le Lamborghini mai prodotte.
“È un’avventura iniziata nel 1968 quando sono stato assunto alla Lamborghini. Ed è stato il mio primo lavoro e il mio unico lavoro per tutta la vita”, racconta Valentino Balboni a SBS Italian.
Al momento della sua assunzione come apprendista, avvenuta al termine dei suoi studi, la celebre casa automobilistica di oggi era ancora "giovane", fondata soltanto cinque anni prima da Ferruccio Lamborghini. Un fondatore che, come tanti imprenditori di quel periodo, “viveva la fabbrica”.

Valentino Balboni and Ferruccio Lamborghini Source: Facebook
Ricorda Balboni: “Il mio primo giorno, dopo sole due ore nell’azienda Lamborghini, stavo parlando con il direttore di produzione e mi stava chiedendo cosa sapevo fare e cosa avrei voluto fare in seno all’azienda. Mentre stavamo facendo questo discorso preliminare, si spalanca la porta dell’ufficio e improvvisamente entra una persona con i capelli dritti, agitatissimo, con la sigaretta in bocca e imprecando ha incominciato a dire: ‘Qui stiamo perdendo tempo, qui non abbiamo bisogno di gente che parla. Abbiamo bisogno di gente che lavora!’, e poi esce improvvisamente dall’ufficio sbattendo la porta. In quel momento il direttore mi dice: ‘Hai appena conosciuto Ferruccio Lamborghini’”.
Nel ricordo di Balboni, Lamborghini era davvero un personaggio d’altri tempi. Curava personalmente la consegna delle macchine ai primi clienti, soprattutto nel periodo in cui la fabbrica iniziava a crescere esponenzialmente e la struttura dell’azienda non si era ancora sviluppata in quella che oggi conosciamo.
“Ferruccio Lamborghini era sempre con noi tutto il giorno, Ci motivava, ci aiutava e aveva questa capacità naturale di coinvolgere tutti quelli che gli stavano attorno e ottenere il risultato che voleva. Ferruccio Lamborghini era speciale in questo”.
Ma nel 1973 il fondatore della casa completò la vendita delle sue azioni ed uscì completamente da un’azienda che attraverserà un decennio di crisi e cambi di proprietà, fino alla messa in liquidazione del 1980. Seguirono vari rilanci e passaggi di proprietà, sino all’acquisizione, nel 1998, da parte della Audi. Attraverso tutte queste vicissitudini, Balboni è sempre rimasto nella casa automobilistica.

Ferruccio Lamborghini Source: Wikipedia
Una dedizione che la Lamborghini ha voluto suggellare, nel 2009, dando a una nuova linea speciale della sua Gallardo proprio il nome ‘LP550-2 Valentino Balboni’. Una macchina che ha sviluppato lui stesso, senza sapere che alla fine avrebbe avuto il suo nome.
“A fine progetto mi è stato detto ‘guarda, adesso che hai sviluppato la macchina vogliamo dedicarla a te, mettere il tuo nome, perché dopo tanti anni di dedizione alla Lamborghini pensiamo sia, oltre che un fatto commerciale, anche un fatto di riconoscimento morale’, e questo mi ha fatto molto piacere”.
E la storia di Balboni s’intreccia con quella della sua terra, l’Emilia, dove nello spazio di poche provincie sono nate alcune della automobili e motociclette più amate e veloci del mondo.

Lamborghini Gallardo LP550-2 Valentino Balboni Source: Wikipedia
“Non ho mai capito perché, veramente, nella nostra zona sono state costruite tutte le macchine più belle del mondo. Parliamo di Lamborghini, Maserati, Ferrari, De Tomaso…tutte insomma. Sono nate tutte in quella zona li”, dice Balboni.
“Non ho mai avuto una risposta a questa domanda che mi è stata fatta tante volte. Penso sia un fatto di istinto naturale che magari si respira in quella zona dell’Emilia-Romagna”.