Burrup Hub in Western Australia, "a rischio incisioni rupestri che risalgono fino a 50mila anni fa"

Un ranger vicino ad un petroglifo di una tigre della Tasmania nella penisola di Burrup.

Un ranger vicino ad un petroglifo di una tigre della Tasmania nella penisola di Burrup. Credit: www.fara.com.au

Un progetto per la costruzione di un impianto di fertilizzanti in Western Australia rischia di mettere a repentaglio uno dei patrimoni più preziosi della storia dell’umanità per quanto riguarda l’arte rupestre, spiega Stephen Bennetts, antropologo e co-fondatore del gruppo Friends of Australian Rock Art.


Giovedì scorso due attivisti che indossavano la magliette “Disrupt Burrup Hub” hanno verniciato il simbolo del gigante del gas Woodside sul dipinto "Down on His Luck" dell'artista Frederick McCubbin, risalente al 1889, per poi incollare in segno di protesta le loro mani sul muro a cui è appeso il quadro nell'Art Gallery del WA.

È solo l'ultima trovata degli attivisti che cercano di portare all'attenzione del pubblico generale quello che sta succedendo nella penisola di Burrup, Murujuga nella lingua indigena.

La penisola si trova nel nord est del WA, quasi a metà della costa tra Perth e Darwin, ed è una zona di inestimabile valore archeologico. Nella penisola ci sono oltre un milione di petroglifi, ovvero incisioni rupestri, che risalgono fino a 50mila anni fa.

"Non solo per gli indigeni dalla zona, ma anche a livello globale è un sito di grande importanza", ha spiegato Bennetts, "tanto è vero che il 1° febbraio il governo australiano manderà a Parigi alla UNESCO la nomina per la World Heritage List (la lista del patrimonio mondiale) — nomina per il paesaggio culturale di Murujuga che è una serie di siti rupestri all’aperto, probabilmente la più grossa e antica del mondo".
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Impianto di gas nella penisola di Burrup. Credit: www.fara.com.au
Queste rocce sarebbero a rischio per via dell'inquinamento causato dagli impianti di gas già presenti e, potenzialmente, da un impianto di fertilizzanti azotati dal valore di oltre sei miliardi, che secondo i progetti verrà costruito nella zona.

La comunità indigena sta protestando e cercando di impedire questo progetto, considerato potenzialmente dannoso per il patrimonio archeologico.

La costruzione dell'impianto era stata assegnata dal colosso indiano Perdaman Chemicals alla Clough Engineering, una delle principali aziende australiane di impianti e infrastrutture nei settori di energia e materie prime, in joint venture al 50% con l'italiana Saipem.

La Clough però è entrata in amministrazione controllata a dicembre e lo stesso mese una seconda azienda italiana, la Webuild, ha raggiunto un accordo con Clough Limited (“Clough”) Administrators per l'acquisizione "di un insieme di asset comprendenti l'organizzazione australiana e alcuni progetti".

Un portavoce di Webuild oggi ha dichiarato a SBS Italian che Burrub Hub non è uno di questi progetti.

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