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- Ricercatori italiani e australiani hanno sviluppato un nuovo modello che fa previsioni preoccupanti in merito alla perdita di biodiversità nei prossimi 100 anni
- Il modello prevede che la perdita di biodiversità possa arrivare fino al 27%
- Uno dei fattori chiavi di questo declino è la perdita di interazioni tra specie
Scienziati australiani ed europei hanno sviluppato un modello virtuale della Terra per tracciare meglio le estinzioni globali dovute ai cambiamenti climatici.
I risultati indicano, nella peggiore delle ipotesi, la perdita di quasi il 30% di organismi animali entro la fine del secolo.
"Questo modello nasce da una collaborazione che ormai dura da qualche anno con il professore della Flinders University Corey Bradshaw", spiega lo scienziato della Commissione Europea Giovanni Strona.
"L'obiettivo principale della nostra ricerca era di colmare delle lacune che ci permettano di capire i meccanismi dei fenomeni di esitinzione di massa a cui purtroppo stiamo assistendo".
In particolare Giovanni Strona ed i suoi colleghi hanno esaminato le interazioni ecologiche, tra specie per capire quale ruolo giocano nella perdita di diversità.
"Per fare questo abbiamo dovuto costruire il modello di un pianeta su cui abbiamo messo specie che interagiscono tra di loro", spiega Giovanni Strona.
Uno dei problemi principali che i ricercatori hanno dovuto affrontare è la mancanza di dati utilizzabili che riguardano le catene trofiche (o alimentari) esistenti.
"Per ovviare a questo problema abbiamo creato all'interno del modello delle specie tipo Pokemon che interagiscono fra loro".
Basandosi su questo modello, Giovanni Strona ed i colleghi hanno fatto delle previsioni su come potrebbe essere la vita sulla Terra per i vertebrati da qui a 100 anni.
"A seconda dei diversi scenari di emissioni, il nostro modello prevede una perdita di biodiversità di vertebrati fino al 27%", afferma lo scienziato.
"Bisogna però capire che questa perdita non va imputata solamente al cambiamento climatico, ma anche e soprattutto alla perdita di interazioni tra i vertebrati".
"A volte gli sforzi di conservazione si concentrano su delle specie specifiche che magari hanno un elemento emozionale, ma questi sforzi possono essere vani se non si considerano le interazioni tra diverse specie", conclude Giovanni Strona.




