Carne che si crea come un lievito madre o una birra, tramite fermentazione in laboratori specializzati a partire da una cellula di quaglia: così Thor Bergquist, Brand Ambassador per Vow, spiega la creazione di quella che per il momento definiremo "carne coltivata".
Il prodotto è talmente nuovo che non si sa ancora bene come chiamarlo e la Food Standards Australia New Zealand, nel rapporto in cui ne ha approvato la commercializzazione poche settimane fa, ha scelto di non chiamarla nemmeno più carne, ma cell-cultured food.
Ci sono stati vegani che hanno mangiato carne per la prima volta dopo 15 anni, perché erano vegani per motivi etici e hanno deciso che questa era una soluzione accettabile per loro. Ma è una scelta personale.Thor Bergquist, Brand Ambassador per Vow
Chiamata anche carne sintetica o artificiale (principalmente dai detrattori), la carne coltivata pone interrogativi inediti ai consumatori, con la promessa di nuove esperienze culinarie ed un impatto ambientale ridotto.
L'Italia si è schierata decisamente contro, con la legge 172 del dicembre 2023, che vieta la carne coltivata.
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La decisione, da alcuni considerata incompatibile con le regole del mercato comune europeo, si basa sul principio di precauzione, che secondo il ministro italiano dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida si applica quando non si ha "una certezza sugli effetti di alcuni prodotti che vengono immessi nel mercato o che rischiano di arrivare sul mercato o al consumo".
Lo chef Federico Bizzaro, proprietario del ristorante Bottarga di Brighton, utilizza da alcune settimane all'interno del suo menù due prodotti creati da Forged, il marchio made in Sydney con cui l'azienda australiana Vow commercializza la carne coltivata.
"Il foie gras è leggermente diverso, perché non lo fanno con le cellule dell'anatra, lo fanno con le cellule di quaglia", spiega Bizzaro. "Il parfait invece è molto simile al classico chicken parfait; è difficile notare differenze".

Macchinari per la produzione di carne coltivata nella sede di Sydney di Forged. Credit: Forged
A spingere l'introduzione della carne coltivata, è in particolare l'impatto ambientale degli allevamenti intensivi, che portano emissioni elevate, uso esteso del territorio e grande utilizzo di acqua.
Ci sono anche altre possibilità di ridurre gli impatti ambientali, lavorando nel contesto dell'agricoltura tradizionale, però penso che nessuna delle soluzioni che abbiamo al momento abbia il potenziale della carne prodotta in laboratorio.Martino Malerba, ingegnere ambientale e senior lecturer al RMIT di Melbourne