Global Mail: l’Italia in prima linea contro i cambiamenti climatici

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Luca Ferraris (a dx) durante l’ installazione di centraline idrometriche Acronet – Fondazione CIMA - Sudan 2022. Credit: Fondazione CIMA

Alluvioni, siccità e incendi boschivi mettono sempre più alla prova la capacità dei Paesi di adattarsi e proteggere le proprie comunità. A pochi giorni dall'inizio della COP30, Global Mail racconta quai sono i contributi italiani alla costruzione di un futuro più sostenibile.


Fondata nel 2007 dalla Protezione Civile nazionale, la Fondazione CIMA è diventata un punto di riferimento internazionale nella ricerca sui rischi climatici.

“Studiamo i fenomeni legati ai cambiamenti del clima come alluvioni, siccità, incendi boschivi e ondate di calore", spiega a SBS Italian Luca Ferraris, presidente della Fondazione CIMA e professore di Meccanica dei fluidi all’Università di Genova.

"Inoltre sviluppiamo strumenti operativi che aiutino governi, regioni e comunità a difendersi da questi eventi sempre più estremi”.

Oggi i fenomeni più preoccupanti sono l'abbondanza e la mancanza di acqua, sintetizza Ferraris.

L’aumento delle temperature globali intensifica infatti gli eventi meteorologici estremi: piogge torrenziali concentrate in poche ore, seguite da lunghi periodi di siccità.
Piove in un giorno quanto normalmente piove in sei mesi e poi per mesi l’acqua manca del tutto. È l’effetto diretto del cambiamento climatico
Luigi Ferraris
In Italia, la Fondazione CIMA ha contribuito alla costruzione dell’attuale sistema di allertamento ambientale in collaborazione con la Protezione Civile e le Regioni.

Il sistema, frutto di oltre vent’anni di lavoro, è oggi riconosciuto come uno dei più efficaci al mondo.
“Siamo partiti dalle tragiche alluvioni piemontesi del '94 e del 2000", ricorda Ferraris, "e oggi le vittime sono drasticamente diminuite grazie all’allerta precoce e alla pianificazione del rischio”.

Ascolta la sua intervista cliccando sul tasto "play" in alto a sinistra

La COP 30, la trentesima Conferenza ONU sui cambiamenti climatici, si terrà a Belém, in Amazzonia, a partire dal 10 novembre 2025.

Quest’edizione è considerata cruciale, visto che cade nel ventennale dall’Accordo di Parigi e arriva in un momento politico delicato, con gli Stati Uniti che si sono tirati fuori dagli accordi climatici.

Nonostante le difficoltà, Ferraris resta ottimista.
Siamo fiduciosi. Ogni passo avanti, anche piccolo, può fare la differenza
Luca Ferraris
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Global Mail, viaggio nell'impegno italiano nel mondo a cura di Jolanda Pupillo.

JOLANDA PUPILLO

I rischi ambientali provocati dai cambiamenti climatici sono sempre più evidenti e diffusi in tutto il mondo. A poche ore dall'inizio della COP 30, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ne parliamo con Luca Ferraris, presidente della Fondazione Cima e professore di meccanica dei fluidi all'Università di Genova.

LUCA FERRARIS

Noi siamo una fondazione di ricerca, che è stata fondata nel lontano 2007, dalla nostra

LUCA FERRARIS

Protezione Civile nazionale e dall'università di Genova, insieme a Regione Liguria e provincia di Savona, perché serviva un centro di ricerca che si occupasse di tutti quei rischi legati ai cambiamenti climatici quali alluvioni, incendi boschivi, siccità, ondate di calore e via di seguito e che non solo sviluppa ricerca, ma sviluppa anche strumenti operativi, modelli di formazione che

LUCA FERRARIS

possono essere utilizzati dai decisori politici, dai governi, dai comuni, dalle comunità per difendersi dai cambiamenti climatici.

JOLANDA PUPILLO

Quali sono i fenomeni più preoccupanti al momento?

LUCA FERRARIS

Allora, i fenomeni più preoccupanti in questo momento sono la tanta acqua e la poca acqua. In altre parole sono le alluvioni e i periodi di elettricità, perché è proprio una caratteristica dei cambiamenti climatici è quella di rinforzare,

LUCA FERRARIS

forzare i cosiddetti estremi. Quindi noi andremo verso un clima nel quale pioverà forte in un giorno quanto di solito piove in sei mesi e in un anno, dopodiché avremo lunghi periodi in cui l'acqua ci mancherà.

JOLANDA PUPILLO

Ci puoi semplificare il tipo di lavoro che fate?

LUCA FERRARIS

La Fondazione Cima innanzitutto studia quali sono questi fenomeni e che impatto hanno sulla nostra vita.

LUCA FERRARIS

Seconda cosa che fa Fondazione Cima è mettere in piedi dei sistemi di cosiddetto early warning allertamento, in modo tale da poter avvertire i governi, le popolazioni, le comunità che c'è una probabilità che questi eventi si verifichino con quella intensità e quindi anche prevedere gli impatti possibili che questi eventi avranno sulla nostra vita, dall'economia alle infrastrutture,

LUCA FERRARIS

ovviamente alla popolazione, all'agricoltura, ma anche agli spostamenti interni, alle migrazioni interne, perché sappiamo quando un paese, una comunità, una zona è colpita da un forte evento, con una forte alluvione, come un grande periodo di siccità, poi possono scaturire dei fenomeni migratori importanti.

JOLANDA PUPILLO

In Italia Fondazione Cima ha costruito insieme alla Protezione civile e alle regioni l'attuale sistema di allertamento ambientale.

LUCA FERRARIS

Un sistema che abbiamo costruito in vent'anni e che ad oggi dà i suoi frutti perché noi siamo partiti dalle grandi alluvioni che c'erano state in Piemonte, quella del 94, quella del 2000, dove avevano fatto parecchie vittime, ad oggi dove il sistema di protezione civile, questo sistema di allertamento, le ha ridotte tantissimo. Oggi registriamo vittime in maniera abbastanza sporadica.

JOLANDA PUPILLO

Negli ultimi cinque anni Fondazione Cima ha lavorato per costruire il sistema.

JOLANDA PUPILLO

di allertamento nel continente africano.

LUCA FERRARIS

Africa Union, l'Unione africana analogo della nostra comunità europea, ha scelto come modello di sistema di allertamento per le alluvioni e per le siccità, quello italiano, perché ha ritenuto fosse quello più avanzato al mondo. Quindi noi di conseguenza siamo impegnati a costruirlo in Africa a diversi livelli.

LUCA FERRARIS

a un livello continentale, a un livello regionale e quindi più stati fino poi arrivare a dei singoli stati.

JOLANDA PUPILLO

Il progetto realizzato più recentemente è quello in Mozambico.

LUCA FERRARIS

Si tratta di innanzitutto di sale operative, dove gli operatori, dove i decisori tecnici dei diversi stati o del continente, ricevono tutte le informazioni e costruiscono attraverso i nostri strumenti ,

LUCA FERRARIS

degli scenari di previsione per i giorni successivi e mettendo conseguentemente un bollettino di allerta simile a quello che viene messo in Italia, in modo tale da preallertare chi è sul territorio affinché prenda quelle misure e non si trovi in una condizione di rischio nel momento in cui l'evento si dia.

JOLANDA PUPILLO

Quali sono secondo voi gli obiettivi più urgenti rispetto ai rischi e alle strategie da implementare?

LUCA FERRARIS

Allora.

LUCA FERRARIS

sicuramente la priorità è quella di tener conto che esistono questi rischi e questi rischi diventeranno via via sempre più frequenti, soprattutto nei modelli di sviluppo di quei paesi. Non si può prescindere dal fatto che quei paesi, così come l'italia sarà sempre più colpito frequentemente da questi eventi estremi e quindi deve costruire una propria

LUCA FERRARIS

resilienza deve imparare a conviverci e conviverci. Uno lo riesce se nel proprio modello di sviluppo futuro ne tiene conto, altrimenti succede che uno registrerà danni, registrerà perdite e anche lo sviluppo di quel territorio sarà compromesso.

JOLANDA PUPILLO

Quali sono gli strumenti che servono per affrontare i cambiamenti climatici?

LUCA FERRARIS

Noi come

LUCA FERRARIS

comunità scientifica abbiamo due diversi strumenti per affrontare i cambiamenti climatici. Il primo è quello della mitigazione dei cambiamenti climatici, cioè diminuire la CO2, diminuire l'anidride carbonica che è presente in atmosfera per diminuire il cosiddetto effetto serra, il cosiddetto riscaldamento della terra. Il secondo strumento è quello dell'adattamento ai cambiamenti climatici, cioè mettere in campo tutta una serie di misure

LUCA FERRARIS

affinché le nostre comunità e noi stessi diventiamo più resilienti a quei rischi e da parte nostra soprattutto evitare di registrare ad ogni evento um delle vittime.

JOLANDA PUPILLO

Il 10/11 inizia la COP 30, quali sono le aspettative e le sfide di questa edizione?

LUCA FERRARIS

Allora, è un'edizione di quest'anno, è un'edizione particolarmente diciamo importante per tanti motivi. La prima perché è il numero 30,

LUCA FERRARIS

perché siamo a vent'anni dall'accordo di Parigi perché è a Belem sul Rio delle Amazzoni, quindi su un luogo particolarmente significativo, ma soprattutto perché siamo entrati nella seconda era Trump, dove gli Stati Uniti hanno deciso appunto di sfilarsi dagli accordi di Parigi e quindi anche dalle COP. E quindi bisognerà capire se ci sarà qualcuno che sostituirà gli Stati Uniti, si immagina

LUCA FERRARIS

forse l'Europa, forse la Cina, forse altri paesi e soprattutto sarà una COP che dovrà parlare tanto di adattamento ai cambiamenti climatici, visto che il tema della mitigazione, cioè la riduzione della CO2, quindi dell'uso delle energie fossil, iIn questo periodo ci sono tanti governi che hanno un po' rallentato questo processo di abbandono

LUCA FERRARIS

e quindi l'adattamento ai cambiamenti climatici, quindi mettere in campo strumenti per far sì che le nostre comunità siano resilienti sarà sicuramente un tema che questa COP tratterà. È una COP particolare e sarà anche una COP interessante. Noi rimaniamo comunque molto fiduciosi che qualcosa possa accadere.

JOLANDA PUPILLO

Il sito della Fondazione Cima www.cimafoundation.org.

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