Nato a Montevideo nel 1935, Mujica fu militante del movimento dei Tupamaros negli anni ’60. Venne incarcerato per quasi 12 anni durante la dittatura, in parte in completo isolamento, e con il ritorno della democrazia scelse la via politica.
Presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, è ricordato per il suo stile di vita sobrio, la rinuncia allo stipendio da capo di Stato e riforme sociali storiche come la legalizzazione della marijuana, dell’aborto e del matrimonio egualitario in Uruguay.
Mujica è stato definito "il presidente più povero del mondo", ed è così che viene ricordato a livello internazionale.
In realtà, però, "lui non si considerava povero. Lui considereva che per vivere aveva solo bisogno dell'imprescindibile", sottolinea Elena Bravin, avvocatessa, responsabile del Patronato ACLI in Uruguay e co-conduttrice del programma radiofonico “Spazio Italia” su Radio Sarandí, insieme a Laura Vera Righi, oncologa ed ex membro del Comites.
Entrambe sono nate e cresciute in Uruguay, Paese con una delle percentuali più alte al mondo di persone di origine italiana: si stima infatti che circa il 44% della popolazione totale, circa 1.500.000 persone, sia di ascendenza italiana.
Ed era di origini italiane anche Mujica che come secondo cognome faceva Cordano. "Era molto orgoglioso di quanto aveva imparato dal suo nonno" di origini liguri spiega Laura Vera Righi.
Il concetto di povertà, e quindi quello di ricchezza, per Mujica era ben lontano dall'essere legato al possesso di beni materiali. Lo ha spiegato in diverse occasioni, come in un’intervista rilasciata nel 2022, in cui affermava: “Io consumo il necessario ma non accetto lo spreco".
"Il tempo della vita è un bene nei confronti del quale bisogna essere avari. Bisogna conservarlo per le cose che ci piacciono e ci motivano. Questo tempo per se stessi io lo chiamo libertà. E se vuoi essere libero devi essere sobrio nei consumi. L'alternativa è farti schiavizzare dal lavoro.”
Mujica donava il 90% del suo stipendio mensile da presidente a progetti sociali locali. "Con questi soldi", spiega Laura Vera Righi, sono stati realizzati diversi progetti, "sono state costruite case per donne che erano mamme e che erano da sole.
E sono proprio queste donne, queste madri, questi bambini e i figli nati grazie a quel sostegno... sono loro le persone che sono andate a dargli l’ultimo saluto. Centomila persone hanno reso omaggio a Pepe Mujica".

I presenti in lutto osservano la bara dell'ex presidente uruguaiano José Mujica ai margini del corteo funebre, dal palazzo presidenziale all'Assemblea Nazionale a Montevideo, in Uruguay, mercoledì 14 maggio 2025. Source: AP / Santiago Mazzarovich/AP/AAP Image
I funerali dell'ex presidente dell'Uruguay si sono tenuti in uno stile molto sobrio, alla presenza di Lucía Topolansky, moglie e compagna politica, accompagnata da migliaia di persone accorse a dare l’addio a Mujica.
"Sono soprattutto le persone povere che sono andate a rendergli omaggio", spiega Elena, "perché si sono sentite rappresentate: hanno visto al potere uno di loro, uno di noi".
Il governo dell'Uruguay ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.
Pepe Mujica ha voluto essere cremato e ha chiesto che le sue ceneri fossero deposte sotto un albero nella sua proprietà a Rincón del Cerro, vicino a quelle della sua adorata cagnetta a tre zampe, Manuela, morta nel 2018.