La crypto art è cresciuta in popolarità negli ultimi anni tanto da aver stimolato la creazione di una serie di mercati digitali, come Zora, SuperRare e Nifty Gateway, dove i collezionisti possono acquistare e vendere opere digitali.
L'anno scorso, l'artista digitale Beeple ha venduto una serie di opere per oltre 3,5 milioni di dollari, e il musicista Deadmau5 ha venduto migliaia di spille digitali, adesivi e altri oggetti da collezione a dicembre.
Per garantirne l’autenticità e la non riproducibilità, le opere vengono vendute con un NFT (“non fungible token”), ovvero un numero di serie che assicura l’acquisto dell’opera e tutte le transazioni commerciali che fanno capo al pezzo.
“Se pensate che questo sia tutto assurdo e che in fondo l’arte digitale non esista, perché un quadro è solo vero quando è davanti ai vostri occhi e lo potete toccare”, dice il direttore di blackartprojects Andrea Candiani, “ricredetevi perché queste opere vengono vendute per oltre 600 mila dollari”.
Nonostante il successo, il mercato digitale che si sta delineando nel mondo dell’arte desta qualche perplessità.
“In fondo si può collezionare di tutto, ma in questo modo senza dubbio il mercato è ancora più basato sulla commercializzazione dell’opera stessa”.
Ascolta il commento di Andrea Candiani:
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