Dazi USA, è arrivato il D-Day "ma c'è ancora molta incertezza"

US President Trump signs executive order to revive Presidential Fitness Test

Il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump durante una conferenza il 31 luglio 2025. Credit: Eric Lee / POOL/EPA/AAP Image

Dalla mezzanotte americana di oggi sono scattati i dazi che gli USA hanno imposto o trattato con diverse potenze. Si attende la firma di un ordine esecutivo per rendere effettivi gli accordi commerciali stipulati dagli Stati Uniti nelle ultime settimane, spiega il giornalista ed esperto di questioni statunitensi Giampiero Gramaglia.


"Quel che succederà a partire dal 1º agosto se lo chiedono tutti gli interlocutori commerciali degli Stati Uniti, cioè praticamente tutti i Paesi del mondo", spiega Gramaglia ai microfoni di SBS Italian.

"Se lo chiedono anche gli operatori commerciali, finanziari e gli imprenditori negli Stati Uniti, perché effettivamente l'incertezza è grande sotto il cielo", continua.

L'introduzione dei dazi non sarà un duro colpo solo per i Paesi colpiti dai dazi, ma anche per gli USA, aggiunge Gramaglia.

Ascolta l'analisi di Giampiero Gramaglia cliccando sul tasto "play" in alto a sinistra

I dazi sono diventati sempre più uno stumento politico nelle mani di Trump, che ha promesso tariffe del 100% alla Russia nel tentativo di portare ad un cessate il fuoco in Ucraina.

"Trump probabilmente è irritato dal fatto che Putin non è parso scosso dal suo ultimatum e ha continuato e continua a bombardare l'Ucraina e c'è stato anche un attacco nella giornata tra mercoledì e giovedì, un attacco cruento su Kiev con numerose vittime", commenta Gramaglia.
Ma in questa fase, spiega il giornalista, non sta emergendo "nulla di sostanziale: continuano i combattimenti al fronte, le avanzate russe, i bombardamenti notturni, l'azione di mediazione di appelli alla pace, l'azione di mediazione di Erdogan, gli appelli alla pace di Papa Leone XIV".

"Però non mi pare che siamo vicini a una svolta nei confronti dell'Ucraina", continua.

Nel mondo si stanno intensificando le reazioni a quanto sta accadendo a Gaza: "Alcuni Paesi, io direi finalmente, hanno deciso che un segnale di dissenso sul modo in cui il governo Netanyahu conduce questa vicenda bisognava darlo e quindi prima il presidente Macron, poi il premier Starmer, poi il premier Carney del Canada [...] hanno annunciato che a settembre riconosceranno lo Stato della Palestina".

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