"Quel che succederà a partire dal 1º agosto se lo chiedono tutti gli interlocutori commerciali degli Stati Uniti, cioè praticamente tutti i Paesi del mondo", spiega Gramaglia ai microfoni di SBS Italian.
"Se lo chiedono anche gli operatori commerciali, finanziari e gli imprenditori negli Stati Uniti, perché effettivamente l'incertezza è grande sotto il cielo", continua.
L'introduzione dei dazi non sarà un duro colpo solo per i Paesi colpiti dai dazi, ma anche per gli USA, aggiunge Gramaglia.
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I dazi sono diventati sempre più uno stumento politico nelle mani di Trump, che ha promesso tariffe del 100% alla Russia nel tentativo di portare ad un cessate il fuoco in Ucraina.
"Trump probabilmente è irritato dal fatto che Putin non è parso scosso dal suo ultimatum e ha continuato e continua a bombardare l'Ucraina e c'è stato anche un attacco nella giornata tra mercoledì e giovedì, un attacco cruento su Kiev con numerose vittime", commenta Gramaglia.
Ma in questa fase, spiega il giornalista, non sta emergendo "nulla di sostanziale: continuano i combattimenti al fronte, le avanzate russe, i bombardamenti notturni, l'azione di mediazione di appelli alla pace, l'azione di mediazione di Erdogan, gli appelli alla pace di Papa Leone XIV".
"Però non mi pare che siamo vicini a una svolta nei confronti dell'Ucraina", continua.
Nel mondo si stanno intensificando le reazioni a quanto sta accadendo a Gaza: "Alcuni Paesi, io direi finalmente, hanno deciso che un segnale di dissenso sul modo in cui il governo Netanyahu conduce questa vicenda bisognava darlo e quindi prima il presidente Macron, poi il premier Starmer, poi il premier Carney del Canada [...] hanno annunciato che a settembre riconosceranno lo Stato della Palestina".