Sembra essere rientrato l'allarme di un impiccio istituzionale tra governo italiano e presidenza della Repubblica. La bufera era stata sollevata dalla reazione del capogruppo alla camera di Fratelli d'Italia Galeazzo Bignami, il quale aveva chiesto al Quirinale una smentita su uno scoop del giornale "La verità", diretto da Maurizio Belpietro.
In questo articolo c'era un virgolettato di uno stretto collaboratore di Mattarella, Francesco Saverio Garofani, nel quale quest'ultimo - intercettato durante una cena con amici - auspicava uno scossone per impedire alla destra di vincere anche le prossime elezioni politiche in programma per il 2027.
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Nel comunicato di Bignami non era chiaro se la smentita fosse richiesta a Garofani o addirittura al Quirinale, e quindi alla Presidenza della Repubblica, che ha infatti risposto con un duro comunicato. Dopodiché Galeazzo Bignami si è presentato alla Camera dove ha aggiustato un po' il tiro, ma ormai la crepa si stava allargando.
"L'incontro tra Meloni e Mattarella ha certamente placato gli animi, ma continuano a rincorrersi le voci di tensione ancora latente", ha commentato il giornalista Carlo Fusi, che ha analizzato la curiosa tempistica dello scandalo: "Tutto questo accade all'indomani di un incontro del Consiglio Supremo di Difesa, presieduto da Mattarella, nel quale è stato confermato il pieno supporto a Kiev nel conflitto russo-ucraino".
Garofani, che dal 2022 è consigliere di Mattarella proprio per gli affari del Consiglio Supremo di Difesa, non ha smentito le sue dichiarazioni, ma si è detto rattristato dal fatto che quelle dichiarazioni sono state fatte ad amici: "In qualsiasi caso, quel che è certo è che il ruolo ricoperto suggerirebbe una maggior prudenza nel parlare di tematiche simili in pubblico", ha sottolineato Fusi.



