Il giudice Christopher Beale della Corte Suprema del Victoria ha pronunciato ieri la sentenza a carico di Erin Patterson, colpevole di aver ucciso tre persone e di aver tentato l'omicidio di una quarta nel luglio del 2023, quando nella sua casa di Leongatha offrì ai quattro commensali - gli ex suoceri e gli zii dell'ex marito - un pasto a base di Amanita Phalloides, un fungo mortale.
Patterson invitò Don e Gail Patterson, i genitori dell'ex marito Simon, nonché i di lui zii, Heather e Ian Wilkinson. Proprio quest'ultimo è stato l'unico a sopravvivere, mentre gli altri tre sono morti pochi giorni dopo il fatale pranzo, avvelenati dal beef Wellington contenente i funghi mortali.

L'Amanita Phalloides, conosciuta nel mondo anglosassone come Death Cup Mushroom. Credit: Royal Botanic Gardens Victoria - Wikipedia
L'avvocato penalista David Sagnelli ci ha spiegato le differenze tra sistema giudiziario australiano e italiano riguardo alla possibilità di richiedere questo tipo di alleggerimento di pena, che Erin Patterson potrà ottenere solo nel 2056, quando avrà 81 anni.
"In Italia questi sconti sono calcolati aritmeticamente al verificarsi di certe condizioni", ha spiegato Sagnelli, "mentre qui in Australia il giudice ha la facoltà di impedire la richiesta di concessione di libertà vigilata per un lasso di tempo che, come abbiamo visto, può anche essere massiccio".
Secondo Sagnelli "nonostante la gigantesca eco mediatica di questo processo, che in effetti sembra far parte di un giallo d'epoca, tutto si è svolto in modo ortodosso e canonico, e la sentenza è la naturale conseguenza sia del verdetto della giuria sia del fatto che l'imputata si è sempre dichiarata colpevole, rinunciando di fatto a pene più leggere".