L’ONG COOPI, nata nel 1965 a Milano, è impegnata in 33 Paesi in tutto il mondo, a fianco della popolazione vulnerabile.
In Giordania, secondo la capo-missione Margherita Gastaldi, la situazione è resa particolarmente complicata dal tasso di disoccupazione, nonostante nel Paese non ci siano conflitti armati.
La Giordania accoglie più di 670mila rifugiati siriani, concentrati perlopiù nelle aree urbane e suburbane della capitale e del Nord del Paese, un numero che costituisce circa il 7% della popolazione.
Le infrastrutture pubbliche e i servizi risultano inadeguati a supportare un'espansione così rapida dei bisogni, considerando anche le difficoltà economiche, dato che il tasso di disoccupazione - già notevole - è cresciuto fino al 22.3% nel 2023.
Per questi motivi, COOPI agisce in Giordania su due fronti, quello economico e quello assistenziale.
Se da una parte punta sulla formazione della micro-imprenditoria e sul supporto finanziario, dall'altra si prodiga in interventi per favorire l’accesso scolastico, legati alla protezione dei minori, alla prevenzione di violenze sessuali e di genere, nonché di supporto psico-sociale.
Abbiamo aiutato vari bambini ad uscire da situazioni critiche. Una ragazzina non voleva andare più a scuola perché vittima di violenza durante il percorso da casa a scuola. Adesso la nostra psicologa l'accompagna tutti i giorni.Margherita Gastaldi, COOPI.
Più in generale, COOPI promuove la coesione sociale tra i rifugiati siriani e la comunità giordana, attraverso varie iniziative comunitarie.