Sara Passarini, 18 anni, è nata a Milano e si è trasferita con sua madre a Perth nel 2012 per ricongiungersi alla famiglia materna.
Nonostante abbia vissuto metà della sua vita in Australia, Sara potrebbe dover attendere fino al 2062 per ottenere la residenza permanente.
“Mia mamma è nata in Inghilterra; quando aveva 22 anni, mentre il resto della sua famiglia emigrava in Australia, lei è andata in Italia”, racconta Sara ai microfoni di SBS Italian.
Dopo 30 anni vissuti nel Bel Paese e alla fine del rapporto con il padre di Sara, la donna decide di raggiungere il resto della famiglia in Western Australia e ricominciare una nuova vita.
Per farlo richiede un Remaining Relative (subclass 835) Visa, un visto che permette il ricongiungimento con i propri familiari quando non si hanno altri legami di parentela al di fuori dell'Australia.
A breve il Dipartimento di Immigrazione concede alle due un Bridging Visa A, un visto temporaneo, grazie al quale possono rimanere nel Paese in attesa della decisione sul visto.
All'epoca della richiesta, nel 2012, il tempo di attesa previsto per ricevere il visto era di dieci anni, ma un cambiamento della legislazione federale sul programma di visti familiari ha sparigliato completamente le carte in tavola.
Kerry Murphy, esperta in diritto dell'immigrazione e docente presso l'Australian Catholic University, ha spiegato a SBS Italian che “c’è stato un momento nel quale l’intenzione era di abolire in toto questo visto, ma quando il Senato ha respinto la proposta il governo ha deciso si ridurre drasticamente il numero dei visti concessi ogni anno. La conseguenza è un’attesa che al momento si attesta a 54 anni”.
Tra il 2016 e il 2019, 1524 persone hanno presentato domanda per i visti parenti rimanenti mentre circa 200 hanno ricevuto la domanda.
Secondo le stime attuali del Dipartimento di Immigrazione, Sara potrebbe ricevere il visto nel 2062, ovvero all’età di 60 anni, 50 dei quali trascorsi in Australia.
“La mia vita su un Bridging Visa”
“Per me questa situazione significa che non sarò mai veramente 100% australiana in tutti i sensi anche se, tranne che per la cittadinanza, mi sento assolutamente australiana”.
La 18enne si è da poco diplomata ma non vede di fronte a sé le stesse prospettive dei suoi coetanei.
“Mi sento sempre un po’ diversa dai miei amici. Durante la graduation ceremony del mio liceo i miei compagni parlavano tutti delle loro scelte universitarie e dei loro progetti per il futuro, ma io non sapevo che dire”.
Come spiega, “vivere su un Bridging Visa è difficile”, a causa delle restrizioni imposte a chi si trova su un visto temporaneo; infatti studiare, viaggiare e persino avere una relazione con un partner non-australiano potrebbe rappresentare un problema.

Sara Passarini (right) with a friend during her graduation ceremony. Source: Courtesy of Sara Passarini
“Specialmente verso la fine della scuola pensavo di non avere speranza di avere un futuro in Australia, non lo vedevo. Il mio sogno è di andare all’università, fare un lavoro che aiuti gli altri, ma al momento il mio futuro lo vedo molto scuro e senza speranza”.
Sara lavora in due fast food e sta risparmiando per poter continuare gli studi, ma il suo sogno, quello di studiare giornalismo, è fuori questione e dovrà ripiegare su un corso di avviamento professionale.
“Mi vedono come una studentessa internazionale, anche se ho vissuto qui metà della mia vita, quindi ti fanno pagare tanto e io non riesco a pagarmi i 90 mila dollari circa del corso di laurea da sola”.
È anche difficile poter viaggiare: per partire dall'Australia Sara deve richiedere un Bridging Visa B, al costo di $155, oltre a non potersi trattenere oltre un certo termine di tempo “perché il governo regola il tempo che puoi passare fuori dal Paese”.
Ma anche la permenenza in Australia, in particolare durante la pandemia, non è priva di ostacoli.
“Durante la pandemia sia io sia la mamma abbiamo perso il lavoro, e non avendo Centrelink non abbiamo avuto alcun supporto... È stato molto difficile. In questo momento di COVID, l’Australia ha bisogno di migranti per far ripartire l’economia”.
Inoltre una delle condizioni per poter accedere al Remaining Relative (subclass 835) Visa è quella di non avere familiari che non siano australiani, per cui se Sara dovesse un domani formare un legame con un cittadino straniero lei e la madre potrebbero rischiare di vedersi rifiutare la richiesta.
Secondo Murphy, “Il visto di Sara dipende dalla richiesta inoltrata da sua madre, perché il visto sia concesso a sua madre Sara deve rimanere dipendente dalla madre per i prossimi 50 anni, una prospettiva non realistica dati i tempi di attesa. Nel momento in cui Sara esce dal nucleo familiare, la madre ha un familiare che non ha cittadinanza australiana- uno dei criteri essenziali per chi richiede questo visto- cosa che potrebbe farle perdere il visto”.
“Aiutatemi a diventare australiana”
Le perplessità di Sara non si limitano solo a questioni di ordine pratico: “Mia mamma avrà 102 anni quando riceverà la risposta del Dipartimento sul suo visto, pensare che potrebbe non esserci più al momento di ricevere la cittadinanza o non che potrebbe non vedersi mai riconosciuta la residenza è molto triste, nessuno dovrebbe essere in questa situazione”.
Nonostante tutto Sara non si è data per vinta, e dopo aver scritto a diversi politici statali e federali senza ottenere risposta ha pubblicato una petizione su una nota piattaforma online: “Ho chiesto al ministro di dare a me e mia madre la cittadinanza, ma anche di considerare le altre persone che sono su questo visto, per darci la possibilità di contribuire al Paese e all’economia per avere le stesse opportunità di tutti gli altri".
"Tante persone titolari di questo visto hanno amici, famiglia tutta australiana perché non hanno altri familiari altrove, non devono essere dimenticati”.
Migliaia di persone hanno firmato il suo appello.
SBS Italian ha contattato il Dipartimento degli Affari Interni che ha rifiutato di commentare il caso di Sara.
Ascolta l'intervista a Sara Passarini:
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
Se avete sintomi da raffreddore o influenza, state a casa e richiedete di sottoporvi ad un test chiamando telefonicamente il vostro medico, oppure contattate la hotline nazionale per le informazioni sul Coronavirus al numero 1800 020 080.