Per Mohamed Farghal l’italiano è veramente un affare di famiglia.
“Mio nonno portava mio padre a guardare l’opera, Verdi e gli altri musicisti e mio padre si è innamorato della lingua italiana”, ha raccontato il vice-console egiziano a SBS Italian.
In evidenza:
- La passione per l'italiano si tramanda da generazioni nella famiglia egiziana di Mohamed Farghal
- Mohamed ha seguito il padre a Roma per due volte, per un totale di nove anni
- "Per imparare l'italiano bisogna seguire le proprie passioni", il segreto del vice-console egiziano
La passione della lingua italiana ha spinto il padre a rifiutarsi di fare ingegneria al Cairo e a studiare italiano.
La carriera lo ha poi portato a diventare addetto culturale dell’ambasciata egiziana a Roma per due volte, per un totale di nove anni.
E nella capitale è sbocciato l’amore per l’italiano di Mohamed, che è arrivato la prima volta a otto anni e la seconda a 18.

Il vice-console egiziano a Sydney Mohamed Farghal Source: Mohamed Farghal
“Sono cresciuto con i cartoni animati di Bim Bum Bam e arrivato ai tempi di Jovanotti con ‘Muoviti, Muoviti’”, ricorda il suo passato Mohamed.
L’inizio a Roma è stato uno shock positivo, la scuola era più interessante e il piccolo Mohamed rimase colpito dalla bellezza della città, dal verde e dalla cultura.
Imparare l’italiano è stato molto naturale, come per i suoi coetanei romani.
“Giocavo a calcio nella strada come ogni bambino e ho imparato italiano proprio nella strada”.
L’Italia mi ha insegnato ad apprezzare la bellezza
Il suono dell’italiano però non era estraneo alle sue orecchie, visto che in Egitto – al Cairo, Alessandria e Port Said specialmente - c’erano molti italiani a lavorare e diverse parole sono entrate nel dialetto locale.
“Sta bene, Robivecchi sono due parole che sono entrate nella nostra lingua”, ricorda Mohamed.
“Un esempio? È arrivato il robivecchi in arabo è Betaa el robabeccia lessa meadi”
Betaa el robabeccia lessa meadi بتاع الروبابيكيا لسه معدى
La seconda esperienza di Mohamed in Italia avvenne durante i mondiali del '90, un periodo esaltante per Roma e per l’Egitto, che pareggiò 1-1 con l’Olanda e perse 1-0 la gara decisiva con l’Inghilterra per passare il turno.
“Quegli anni furono eccezionali, mi sono divertito moltissimo”, riflette il vice-console.
“L’italiano è incantevole, una lingua di arte e di politica che ha arricchito tutto il mondo”.
Una lingua che è stata passata come eredità dal nonno al padre fino a Mohamed, che a sua volta ha contagiato la figlia.
Una volta alla settimana, la ragazza riceve lezioni di italiano da un insegnante cantante d’opera alla Waverley Public School, riannodando il filo della passione per la lirica del bisnonno.
“Per imparare bene l’italiano bisogna assecondare le proprie passioni: se ti piace il calcio, guarda il calcio, se ti piace la politica guarda il telegiornale”, la strategia di Mohamed.
“Poi una volta innamorati della lingua si può fare quello che si vuole.”
Ascolta la storia di Mohamed Farghal ai microfoni di SBS Italian.
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