Per la terza volta in meno di sei mesi, Benjamin Netanyahu è salito a bordo del Wing of Zion - l'aereo presidenziale israeliano - alla volta di Washington per incontrare il suo omologo e amico Donald Trump.
Un incontro privato, a differenza delle due occasioni precedenti: niente colloquio nella camera ovale, niente giornalisti, niente foto, bensì una cena tête-à-tête durante la quale discutere le prossime mosse in Medio Oriente.
"Trump ha rilasciato dichiarazioni molto ottimistiche - sostiene il giornalista Michele Giorgio - così come voci di accordi imminenti arrivano da tutti i fronti, ma come abbiamo visto nel passato, un nulla di fatto è sempre una possibilità", ha concluso.
Netanyahu ha annunciato di avere scritto una lettera al Comitato per il Nobel norvegese, responsabile del Premio Nobel per la pace, chiedendo di assegnare il riconoscimento a Donald Trump.
Durante la cena organizzata lunedì 7 luglio alla Casa Bianca, Netanyahu ha presentato al presidente Usa il testo della lettera.
Giorgio ha anche analizzato il cambio di marcia impresso dal nuovo Ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. Subentrato a Yoav Gallant a novembre scorso, Katz ha rilasciato dichiarazioni importanti nella giornata di ieri, sia sul passato intervento militare americano in Iran nella "guerra dei 12 giorni" sia sul futuro della Striscia di Gaza.
Il Ministro ha annunciato infatti di aver incaricato le Forze di difesa israeliane di preparare un piano per la creazione di una "città umanitaria" sulle rovine di Rafah, che alla fine ospiterà l'intera popolazione della Striscia.
In pratica si prepara la popolazione palestinese ad abbandonare la propria terra, in un progetto presentato dalla discussa fondazione americana - GHS - che si sta occupando di fornire aiuti umanitariMichele Giorgio