Il Belgio ha confermato che alla prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite riconoscerà ufficialmente lo Stato palestinese. Bruxelles si unisce così a una nuova ondata di Paesi – tra cui Australia, Regno Unito e Francia – che hanno annunciato un passo simile, portando a oltre 150 gli Stati membri dell’ONU che appoggiano l’Autorità nazionale palestinese.
La decisione ha innescato la dura reazione di Israele. Il ministro della sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha affermato che i Paesi favorevoli alla nascita della Palestina "sperimenteranno il terrorismo in casa propria". Dichiarazioni che confermano l’inasprimento della linea di Tel Aviv e il tentativo di scoraggiare altri governi.
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Ben Gvir si è distinto anche per le minacce rivolte agli attivisti della Global Sumud Flotilla, accusati di voler ostacolare i piani israeliani a Gaza. "Verranno trattati come terroristi", ha tuonato l'esponente del gabinetto Netanyahu.
Nel frattempo, il premier ha convocato una riunione straordinaria sul possibile rafforzamento della sovranità israeliana in Cisgiordania e su nuove misure punitive contro l’Autorità palestinese.
In Israele sono iniziate le scuole, ma molti insegnanti non si sono presentati perché hanno risposto alla chiamata dell'esercitoMichele Giorgio, giornalista
Parallelamente, 365 riservisti hanno annunciato che non risponderanno più alla chiamata alle armi, in segno di dissenso verso la strategia di conquistare e occupare Gaza City.
"Nell'esercito israeliano c'è fermento. Molte persone richiamate dall'Idf devono lasciare il lavoro e le famiglie e questo comincia a pesare sull'economia, sulla società e sulla vita privata delle persone, ma tutto questo non si tradurrà in una diserzione di massa", spiega il giornalista Michele Giorgio.

L'immagine di una protesta contro il govenro Netanyahu a Tel Aviv Credit: Ilia Yefimovich/picture alliance via Getty Images