Dati rilasciati dall'Australian Bureau of Statistics lo scorso giovedì mostrano che il tasso di disoccupazione australiano è salito al 4,3 per cento a giugno, rispetto al 4,1 per cento di maggio. Questo mentre la settimana prima la Reserve Bank aveva sorpreso i mercati mantenendo i tassi di interesse invariati al 3,85 per cento.
Secondo i dati dell'Ufficio di Statistica, a giugno l'occupazione è aumentata di 2.000 unità, ma il numero di disoccupati ufficiali è salito di 33.600 unità.
Questo numero ha attratto critiche contro la Reserve Bank che, secondo alcuni osservatori economici, avrebbe commesso un "errore politico”.
“La Banca centrale tiene un occhio all’Australia e un occhio e mezzo a Washington perché penso che le incertezze internazionali facciano più paura delle condizioni interne australiane”, spiega Massimiliano Tani ai microfoni di SBS Italian.
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“Gli italiani e le imprese italiane usano il debito molto meno degli australiani e quindi sentono meno l’effetto dei tassi di interesse alti”, spiega Tani.
Un altro argomento che sta dominando il dibattito economico è la proposta di ridurre la settimana lavorativa a quattro giorni per aumentare la produttività, riducendo il burnout e migliorando la salute fisica e mentale dei dipendenti, a patto che non vi siano variazioni di reddito.
La proposta segue i risultati di una nuova ricerca pubblicata su Nature Human Behaviour, in cui i ricercatori hanno monitorato gli effetti di una settimana lavorativa di quattro giorni per sei mesi su quasi 2900 dipendenti di 141 organizzazioni in Australia, Canada, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Irlanda e Regno Unito e che indica un aumento della produttività.