Sarebbero centinaia, se non addirittura migliaia le vittime degli agenti di confine sauditi, che, secondo l’organizzazione non governativa Human Rights Watch, utilizzerebbero armi da fuoco, razzi e mortai per bloccare il flusso di migranti provenienti dal confine con lo Yemen.
Il rapporto intitolato "They Fired on Us Like Rain", pubblicato questa settimana, si basa su testimonianze dirette dei sopravvissuti, immagini satellitari e centinaia di video e fotografie pubblicate sui social media.
Il portavoce del segretario generale dell’ONU Stéphane Dujarric ha definito le accuse sollevate nel rapporto “molto preoccupanti”, ma nessuna reazione ufficiale è arrivata per il momento dall'Arabia Saudita.
Il corrispondente per il medio Oriente Michele Giorgio analizza il rapporto di Human Rights Watch in questo podcast per SBS Italian, ricordando come "delle violazioni e i crimini commessi dalle forze militari e dalle guardie di frontiera saudite già si sapevano tante cose".
Rispetto ad altri migranti di cui si parla ogni giorno per quanto riguarda le rotte nel Mar Mediterraneo, questi invece che attraversano lo stretto di Aden evidentemente sono dimenticati.Michele Giorgio, giornalista



