Risalgono alla settimana scorsa le dichiarazioni del primo ministro Scott Morrison, che aveva definito disgustoso e scandaloso il fotomontaggio pubblicato da un funzionario del governo cinese su Twitter che ritraeva un soldato australiano che brandiva un coltello al collo di un innocente afgano.
La provocazione pare aver funzionato, con l'ex primo ministro Kevin Rudd a suggerire che all'interno dei Liberal c'è chi spinge a fare la voce grossa contro la Cina, non considerando le conseguenze, anche economiche.
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Il governo federale è anche alle prese con la riscoperta delle proprie strategie nel far fronte alle problematiche ambientali, in particolare al riscaldamento globale. Questa settimana Canberra dovrebbe abbandonare definitivamente la sua politica nell'utilizzo dei crediti ambientali che permetterebbe all'Australia di rispettare formalmente il protocollo di Parigi, non facendo in realtà molto per l'ambiente.
Il nostro esperto di politica australiana Paul Scutti intravede nel cambio di scena a Washington uno dei fattori che hanno favorito questo cambiamento di rotta.
Probabilmente questa è una conseguenza della recente sconfitta di Donald Trump alle elezioni presidenziali. Senza Trump l'Australia si ritrova pressoché isolata a livello internazionale sul tema dei cambiamenti climatici.
Ascolta l'intervista completa, da un aggiornamento sul termine di molte delle restrizioni in Victoria e NSW all'Australia che ci aspetta nei prossimi decenni.
Le persone in Australia devono stare ad almeno 1,5 metri di distanza dagli altri. Controllate le restrizioni del vostro stato per verificare i limiti imposti sugli assembramenti.
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