L'intera macchina del Teatro Real di Madrid si è messa in moto per realizzare un progetto ambizioso: quello di mettere in scena un'opera complessa e ricca di incontri e contatti personali come la Traviata di Giuseppe Verdi rispettando il distanziamento sociale.
Per alcuni poteva sembrare un'impresa, ma non per il giovane regista Leo Castaldi, che ha accolto la sfida mettendo in scena una rappresentazione semi-scenica acclamata da tutta la stampa internazionale.
Finalmente la lirica rialzava il sipario.
"L'allestimento è stato figlio di tutto quello che avevamo vissuto nei mesi precedenti", spiega Castaldi.
L'intera rappresentazione ha dovuto rispettare la distanza di due metri per due metri tra tutti gli interpreti, inclusi gli artisti del coro e dell'orchestra.
"Nella mia idea, il distanziamento è divenuto l'elemento del linguaggio creando due concetti scenici: uno pratico e uno simbolico. Pratico per rispettare le regole, e simbolico perché quando guardavo lo spazio tra linee rosse di demarcazione vedevo l'immagine del confinamento e dell'isolamento. Ma se guardavo i nodi che univano queste linee rosse vedevo l'immagine del collegamento e della solidarietà".
La decisione del Teatro Real ha risvegliato l'interesse di altri grandi teatri internazionali che hanno deciso di riprendere gli spettacoli.

Marina Rebeka (Violetta), Michael Fabiano (Alfredo) and the Real Madrid Theatre Choir on the stage of La Traviata. Source: Photo by Javier De Real
Una scelta necessaria per evitare che la crisi del COVID-19 causasse la chiusura di alcuni di loro, ma anche per ridare speranza alle migliaia di persone, non solo cantanti e musicisti, che ruotano intorno al mondo della lirica.
Il tenore Ivan Magrì in una intervista rilasciata a SBS Italian sulla riapertura del teatro madrileno, ha spiegato il dramma che ha colpito numerosi artisti rimasti senza lavoro in giro per il mondo.
Ascolta l'intervista:
Leo Castaldi, milanese di nascita, da anni vive a Barcellona.
"Ci sono andato per amore e ci sono rimasto".
Dopo avere lavorato come aiuto regista ha finalmente avuto l'opportunità che attendeva.
"È il classico momento di essere al posto giusto al momento giusto", spiega Castaldi. Ora deve attendere la fine della crisi del COVID-19 per accettare le numerose richieste che gli sono piovute addosso dopo il successo di Madrid.
È il coronamento di una carriera artistica che lo ha visto iniziare precocemente quando da bambino gironzolava dietro le quinte della Scala di Milano dove la madre lavorava come costumista. Un amore a prima vista con il mondo dello spettacolo, come lo è stato anche con l'Australia dove ha trascorso un brevissimo periodo quando, a sei anni, ha frequentato la prima elementare in una scuola di Sydney.
Ascolta l'intervista a Leo Castaldi: