Silvia Guberti, ex ufficiale dell’esercito italiano del primo Reggimento Artiglieria da Montagna, conosce bene l'Afghanistan, essendoci stata dall'aprile all'ottobre del 2010, impegnata nel PRT (Provincial Reconstruction Team) dell’esercito italiano a Herat.
In quei mesi Silvia ha partecipato a diverse iniziative in supporto delle donne afgane, in rifugi e carceri femminili, spesso in collaborazione con la Voice of Women Organization di Suraya Pakzad.
"Le donne con cui ho lavorato mi dissero che negli anni precedenti non erano mai stati fatti così tanti progetti a favore delle donne come nei sei mesi in cui vi era una donna a capo degli stessi, e che chi aveva veramente interesse a cambiare le cose in Afghanistan erano proprio le donne e i giovani", racconta Silvia al microfono di SBS Italian.
Dieci anni dopo, la situazione sembrava però essere peggiorata: "nel 2021 mi è sembrato di aver lasciato veramente in mano a nessuno queste persone che avevamo aiutato negli anni passati".
Per questa ragione Silvia ha deciso di mettersi in contatto con Davide Dutto, fondatore dell'associazione Sapori Reclusi, e insieme hanno creato il progetto R-Woman Afghanistan.
"È un progetto fotografico che racchiude la storia delle donne afgane negli ultimi trent'anni, tra momenti di emancipazione e momenti di ritorno a situazioni di segregazione".
L'obiettivo principale è quello di portare luce sulle storie delle donne in Afghanistan e, più in generale, mantenere alta l'attenzione sul livello di emancipazione femminile nel mondo, in quanto "non è un dato consolidato, ma qualcosa su cui fare sempre attenzione, giorno dopo giorno, perché tutte le cose possono cambiare".






