I due atleti più attesi ai Giochi di Tokyo erano Novak Djokovic, che puntava a conquistare il suo primo oro olimpico e a completare il Golden Slam, e Simone Biles.
La ginnasta, vincitrice di 4 ori a Rio e di 19 titoli Mondiali, era indicata come l'erede di Michael Phelps e come la nuova icona dello sport nazionale e mondiale. In realtà entrambi hanno deluso, pagando proprio le grandi aspettative.
Le imprese degli azzurri nell'atletica

Gli Incredibili
Emblematico il caso della 24enne ginnasta dell'Ohio. Dopo essersi ritirata dal concorso a squadre, la Biles ha spiegato di non aver rinunciato per un problema fisico ma perché incapace di reggere le pressioni e perché alle prese con dei demoni nella testa.
Una vicenda paragonabile a quella di Naomi Osaka, la tennista giapponese che quest'anno ha rinunciato al Roland Garros e a Wimbledon per gli stessi motivi, cioè per prendersi cura della sua salute mentale.
Al giornalista Luca Pelosi, autore del libro Olimpiche - Storie immortali in cinque cerchi, abbiamo chiesto un parallelo tra le due vicende e un confronto con la sconfitta di Djokovic nella semifinale del torneo olimpico.
Riascolta qui l'intervista a Luca Pelosi:
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