Molti in Italia parlano di un'emergenza migranti, ma è reale questa emergenza? E' vero che è in atto un'invasione, un assalto alle coste italiane?
Per capire come stanno davvero le cose "Global Mail" intervista un esperto del campo, il professor Maurizio Ambrosini, docente di Sociologia delle migrazioni all'Università degli Studi di Milano, dirige la rivista "Mondi migranti" e ha pubblicato il libro "Migrazioni", edito da Egea.
"Credo che chi osservi l'Italia, sia dall'estero che dal Paese stesso, abbia l'idea di un'invasione di immigrati e di un aumento esponenziale delle immigrazioni, dovuto sostanzialmente agli sbarchi di persone che arrivano via mare dalle coste africane in cerca di asilo".
Qual è la realtà dei fatti?
"L'immigrazione è sostanzialmente stabile, intorno ai 5 milioni e mezzo di persone a cui possono essere aggiunte, secondo le stime più attendibili, circa 400mila persone in condizione irregolare.
Questi immigrati non sono uomini musulmani provenienti dall'Africa o dal Medio Oriente, come molti pensano, ma sono per la maggior parte donne europee che vengono da Paesi di tradizione culturale cristiana.
In Italia l'immigrazione non cresce da anni.
Ad esempio le nascite da famiglie di immigrati erano 80mila nel 2012, mentre sono diminuite nel 2016, toccando quota 69mila. I rifugiati sono 350mila, meno del 7% del totale degli immigrati.
Il paradosso è che il dibattito si concentra poi, principalmente su questa minoranza, certo arrivata senza essere stata richiesta, ma suo malgrado molto visibile e che comporta dei costi per l'accoglienza, tuttavia non si può parlare di una invasione.
Possiamo dare un quadro di chi sono questi migranti e perché arrivano?
La graduatoria dei Paesi con maggiore immigrazione è la seguente:
- Romania, 1 milione 200mila
- Albania, 500mila
- Marocco, 420mila
- Cina, 270mila
- Ucraina, 220mila
- Filippine, 160mila
Si tratta di immigrati in cerca di lavoro a partire dagli anni '80, con un incremento negli anni '90, successivamente regolarizzati con varie misure sanatorie. Oggi abbiamo 2 milioni 400mila immigrati che lavorano regolarmente in italia e il principale motivo degli arrivi recenti è il ricongiungimento familiare, infatti contiamo 1 milione di minori di origine immigrata".
Perché allora gli italiani si sentono così minacciati, o almeno una parte di loro?
"Credo sia dovuto all'impatto mediatico ed emotivo nel vedere le persone che cercano asilo via mare.
Gli sbarchi sono visibilissimi e suscitano emozioni, nel tempo diventate di paura e rifiuto.
In questo caso sono soprattutto giovani maschi accolti dalle autorità pubbliche e distribuiti sul territorio in diversi centri di accoglienza.
Quindi l'accoglienza di 20 o 30 persone nel piccolo paese italiano dell'entroterra, suscita scalpore e paura, ben oltre gli effettivi problemi che potrebbero sorgere da questo insediamento".
Lei coordina il CNEL, il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, che si occupa anche delle politiche di integrazione degli immigrati. Dal punto di vista dell'immigrazione sono stati fatti degli errori?
"Direi che si è atto troppo poco. Questo difficile processo di fusione di vecchi e nuovi residenti è lasciato alle dinamiche del mercato e alla loro capacità di adattamento sia dei nuovi arrivati sia delle popolazioni residenti. Dal punto di vista abitativo non c'è stata alcuna gestione dell'insediamento, gli immigrati trovano casa dove riescono, considerando oltretutto che, nelle regioni settentrionali, trovare casa è anche più difficile che trovare lavoro. Una dinamica di questo tipo, abbandonata a se stessa, porta alla formazione di ghetti e di concentrazioni visibili di popolazione immigrata in alcuni quartieri delle nostre città. Si diffonde poi l'idea di un quartiere pieno di immigrati, da cui gli italiani si devono allontanare, e diventa anche una matrice di paure, ansie e risentimento da parte della popolazione locale. Secondo le indagini ciò avviene persino, e addirittura di più, nelle zone dove gli immigrati non si vedono, non ci sono o ce ne sono pochi".
Il recente approccio del governo in che direzioni sta andando?
"Le forze politiche oggi al governo hanno una decisa connotazione ostile agli immigrati. Sono aumentati gli atti di razzismo e di violenza: recentemente una capotreno ha insultato la minoranza ROM e il passeggero che ha denunciato il fatto è a sua volta stato insultato esponenzialmente sui social network. C'è da sperare che invece le dinamiche del mercato e della società civile si rivelino più inclusive di quello che oggi vorrebbero e dicono di voler fare i responsabili politici".




