Il nome è una delle prime cose che ci viene attribuita: un segno distintivo che ci accompagna per tutta la vita e diventa spesso uno dei pilastri fondamentali del nostro senso identitario.
Cambiando Paese, però, può succedere che il nostro cognome, o il nostro nome, siano difficili da pronunciare e non immediatamente comprensibili all’orecchio locale. Questo può avere un impatto sul nostro sentire, sulla nostra vita quotidiana e anche sulle nostre relazioni. Addirittura sul nostro lavoro.
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Può capitare che alcune persone decidano di presentarsi con un nome diverso per semplificare e semplificarsi la vita.
È questo il caso di Jaccin, che si fa chiamare Emily, come ha raccontato ai microfoni di SBS Italian.
Ma "anche se il nome viene pronunciato un pò diversamente, non importa", ha dichiarato Emily. "Secondo me ciò che conta è la curiosità reciproca e il riconoscimento dell'identità altrui".
Anna, invece, prendendo la cittadinanza australiana, ha assunto il cognome del marito, non senza una certa nostalgia per il suo.
Alcuni cognomi italiani possono creare alcune difficoltà anche a prescindere dall'espatrio. Davide, ha raccontato che "in Italia, da ragazzino, la gente lo storpiava o lo accorciava. In Australia è scomparso".
Un altro ascoltarore ha invece commentato: "a volte mi vergognavo di dire come mi chiamavo".
Nadia ha raccontato di aver spesso deciso di usare il cognome del marito, dalla pronuncia più semplice del suo.
A voi è mai capitato che pronunciassero male il vostro cognome o il vostro nome? Come vi siete sentiti?



