Nuova Caledonia, Macron in viaggio verso Nouméa

Four Dead In New Caledonia Riots

Le proteste in Nuova Caledonia. Source: ABACA / MMIIAS/ABACA/PA/AAP Image

Le proteste dell'ultima settimana hanno una radice ben più profonda, secondo il giornalista Giampiero Martinotti. "Macron si è reso conto di aver forzato la situazione", commenta.


La quiete - apparente - dopo la tempesta: il Presidente francese Emmanuel Macron ha sciolto le riserve e si sta dirigendo in Nuova Caledonia, "un segnale importante", secondo il giornalista Giampiero Martinotti.

Le proteste degli indipendentisti, tra cui la popolazione indigena dei Kanak, sono esplose la scorsa settimana, all'indomani di una legge voluta dal presidente Macron che vuole estendere il diritto di voto nell'isola a coloro che risiedono nell'isola da dieci anni e quindi anche ai cosiddetti europei (così vengono chiamati i non indigeni).
Questa intenzione è stata vista dai detrattori come una strategia per depotenziare ulteriormente la popolazione indigena, che rappresenta il 41% della popolazione.

La Nuova Caledonia, secondo Martinotti "è una base strategica per Parigi, e anche una generosa fonte di nichel". Si stima infatti che in quei territori ci sia dal 20% al 30% delle risorse mondiali di nichel, minerale usato per la produzione di batterie.
Si tratta di una questione che si cerca di affrontare senza successo da più di quarant'anni
Giampiero Martinotti
Martinotti ha offerto un excursus storico relativo al cammino verso l'indipendenza della Nuova Caledonia, che formalmente è una collettività francese d'oltremare sui generis. Di fatto l'isola ha un proprio governo, anche se resta sotto il controllo di Parigi.

Tuttavia, quella che Martinotti definisce "un'evidente forzatura" - ovvero la legge elettorale voluta da Macron - è stata sufficiente per scatenare le rivolte.
Il bilancio parla di strade bloccate, stato d'emergenza in atto e 2400 gendarmi francesi impiegati fino a nuovo ordine e sei morti, mentre i danni alle infrastrutture ammonterebbero a più di 200milioni di euro.

L'aeroporto internazionale di Nouméa è stato temporaneamente chiuso ai voli commerciali. Nelle ultime ore un aereo militare australiano e uno neozelandese sono atterrati sull'isola per rimpatriare alcuni dei turisti presenti al momento della deflagrazione delle proteste, e un altro cargo militare australiano sarebbe in arrivo.

Ascolta l'analisi di Giampiero Martinotti cliccando sul tasto "play" in alto

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