Lo sciopero è giunto dopo una serie di licenziamenti da parte del Nine Entertainment Group e la chiusura di numerose pubblicazioni di loro proprietà.
Almeno 200 persone sono state licenziate dal gruppo, che ha interrotto i suoi accordi con diverse pubblicazioni online come Kotaku, Vice, Gizmodo, Refinery29 e Lifehacker.
Coloro che continuano a lavorare per la rete, come Rachel Dexter, affermano che è inaccettabile che la loro richiesta di aumento salariale sia stata rifiutata, considerando che Nine continua a essere redditizia nonostante le condizioni difficili.
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La situazione in corso nel settore dei media in Australia rispecchia quanto sta accadendo nella dirimpettaia Nuova Zelanda, dove il numero di giornalisti impiegati è diminuito di quasi il 50% tra il 2006 e il 2018, e diverse pubblicazioni hanno ridotto il personale o addirittura abbassato le saracinesche.