Il National Climate Risk Assessment, reso pubblico nei giorni scorsi, è la valutazione nazionale dei rischi climatici per l'Australia: entro il 2050 un milione di abitazioni si troveranno in zone ad “altissimo rischio” .
L'economia in generale subirà un duro colpo dagli effetti dei cambiamenti climatici, con la perdita di 611 miliardi entro il 2050 in valori immobiliari in caso di un aumento di due gradi della temperatura, e un meno 211 miliardi in ridotta produttività.
I quattro scenari che il rapporto tratteggia vanno dall'aumento di un grado, che è la situazione attuale, a quello di quattro gradi entro la fine del secolo.
"L'innalzamento di un grado non è realistico se non per l'immediato futuro che prevede il massimo sforzo mondiale per la riduzione delle delle emissioni di gas serra e di contenimento della temperatura", racconta a SBS Italian l'ingegnere marittimo della Swinbourne e Monash University Filippo Nelli.
Filippo ha collaborato alla stesura del rapporto concentrandosi sugli effetti dei cambiamenti climatici nelle aree fluviali.
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Nel National Climate Risk Assessment non vengono analizzati solo gli effetti del cambiamento climatico sull'ambiente naturale ma anche sulla società australiana, per esempio sulla catena alimentare alimentare e l'economia, nonchè il futuro degli indigeni australiani che vivono in zone remote soggette a desertificazione.
C'è ancora tempo per per intervenire, ma riconoscere a livello globale la problematica e fare azioni concrete sarebbe un bel passo avantiFilippo Nelli