Dopo le celebrazioni dedicate a Leonardo Da Vinci lo scorso anno, il 2020 è l’anno di Raffaello Sanzio.
Cinquecento anni fa moriva Raffaello, il "divin pittore", un anniversario per il quale erano previste importanti mostre in tutto il mondo ma che, a causa della pandemia, sono saltate.
La ricorranza rappresenta comunque un’occasione per riscoprire la grandezza artistica dell'urbinate e conoscere aneddoti curiosi legati alla sua biografia, come la coincidenza tra la data della nascita (6 aprile 1483, Urbino) e della morte (6 aprile 1520, Roma).
Proprio la sua morte rimane avvolta di mistero: il critico del Rinascimento, Giorgio Vasari, ne rintraccia le ragioni negli ”eccessi di attività amorose”.
Nonostante la fama di libertino, il pittore preferito dal Papa, chiese ed ottenne di essere sepolto nella chiesa del Pantheon a Roma, dove tutt’ora giace accanto alle tombe dei Re D’Italia. Un'onore mai concesso prima ad alcun artista.
Roberta Crisci, docente di storia dell’arte alla Federation University, rintraccia le origini e i primi anni della formazione di Raffaello Sanzio fino all'arrivo a Firenze, dove il pittore marchigiano si trova per la prima volta a confrontarsi con altri grandi maestri del suo tempo come Leonardo e Michelangelo.
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