L’horror, inteso come genere che "vuole provocare paura e sgomento", nacque con il cinema stesso, quindi alla fine dell’Ottocento. "Già nel 1895 o 1896 esistevano i primi trick movies, come venivano chiamati all’epoca, e riscuotevano già molto successo", spiega Christian Pazzaglia, curatore e produttore cinematografico, nonché direttore del Film Festival di Bangalow, nel New South Wales.
Oggi, prendendo spunto dai 50 anni di Lo Squalo e dal fatto che anche l’imminente St. Ali Italian Film Festival dedicherà quest’anno una retrospettiva ad alcuni film horror italiani, tra cui Profondo Rosso di Dario Argento, abbiamo chiesto ai nostri ascoltatori e alle nostre ascoltatrici se sono appassionati del genere o se invece lo evitano accuratamente.
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Sofia, una nostra ascoltatrice di Melbourne, ha condiviso con noi il suo ricordo legato a Lo Squalo: "“Mia madre mi raccontava, quando ero piccolina, del terrore che provò con quel film!"
"Quando Lo Squalo uscì nel 1975, noi non eravamo ancora nate, ma io mi ricordo bene di essere nascosta sotto il tavolo della cucina mentre mia sorella, un po’ più coraggiosa, lo guardava insieme a mio papà. Io avrò avuto cinque anni… ma la musica me la ricordo benissimo,” racconta.
Secondo Francesca, anche lei da Melbourne, Lo Squalo è un film bellissimo. “L’ho visto tanti anni fa e mi fece una paura! Mi piaceva il genere, e mi ricordo che anche il libro mi era piaciuto tantissimo.”
Lo Squalo è un film che ha segnato un’epoca e ha rappresentato un punto di svolta nell’industria cinematografica: uscì in oltre 400 sale, battendo tutti i record al botteghino.
Uno degli aspetti più curiosi della produzione è legato alla famigerata creatura meccanica, ovvero lo squalo, che si guastava spesso durante le riprese. Per questo motivo, molte delle scene più memorabili non mostrano direttamente il predatore, ma si affidano alla suspense, alla paura dell’ignoto e all’immaginazione dello spettatore.
Un limite tecnico che si è trasformato in uno degli elementi più efficaci del film.
Un altro nostro ascoltatore, Paolo da Wollongong, ha chiamato per raccontarci che, sebbene non ami particolarmente i film dell’orrore, ne ha visti tanti, "e sono film che danno emozioni forti, che rimangono nel tempo. Per esempio, L’Esorcista non riesco più a guardarlo!” spiega Paolo.
Jacopo, da Melbourne, ha raccontato di non essere un fan del genere horror, ma anche lui ne ha visti diversi. Tra tutti, "un film che mi ha terrorizzato è stato IT. Avevo 4 o 5 anni quando l'ho visto: lo guardammo insieme io, mio padre e mia sorella, e poi mi sono svegliato nella notte, scioccato."