Il mistero della partenza improvvisa dell'Ambasciatore italiano in Australia

Former Italian Ambassador Stefano Gatti (L) with Lyndon Terracini

Former Italian Ambassador Stefano Gatti (L) confers Opera Australia's artistic director Lyndon Terracini the title of "Commander of The Order of The Star". Source: Prudence Upton courtesy of Opera Australia

L'ambasciatore italiano in Australia, Stefano Gatti, ha improvvisamente lasciato Canberra per tornare a Roma, ponendo effettivamente fine al suo mandato. Una partenza avvenuta in silenzio e senza annunci ufficiali.


Lunedì (25 febbraio), l'ambasciatore italiano in Australia Stefano Gatti ha preso un volo per tornare in Italia, dopo meno di un anno alla guida del corpo diplomatico italiano in Australia.

Un'uscita avvenuta in silenzio, senza annunci ufficiali.

SBS Italian ha contattato Ambasciata d'Italia in Australia per chiedere le ragioni del ritorno dell'ambasciatore a Roma. Un portavoce dell'ambasciata ha confermato il ritorno in Italia di Stefano Gatti, ufficialmente per motivi personali. Il portavoce ha aggiunto che Gatti continuerà a lavorare per la Farnesina in Italia. Lo stesso portavoce non ha fornito ulteriori dettagli in merito alla vicenda.

La conclusione del mandato di Gatti, se confermata, è apparsa insolitamente prematura ad alcuni commentatori ed esperti. Questo considerando che l'ambasciatore era arrivato in Australia soltanto lo scorso marzo.

La prima parte del mandato di Stefano Gatti era stata contrassegnata dall'assegnazione del maxi-appalto per la costruzione della nuova flotta di navi da guerra per la Marina Australia. Appena tre mesi dopo l'arrivo dell'ambasciatore, il contratto da 35 miliardi di dollari fu assegnato alla britannica BAE Systems, in quella che è stata vista come una inaspettata sconfitta per Fincantieri (favorita "alla vigilia") e una battuta d'arresto per l'industria italiana.

L'annuncio dell'ex primo ministro Malcom Turnbull era stato accolto con disappunto a Roma. Il quotidiano australiano "Il Globo" ha citato Stefano Gatti riferirsi alla gara d'appalto come a "un'occasione persa per l'Australia".

Secondo Francesco Giacobbe, il senatore italiano eletto in Australia, la partenza dell'ambasciatore non sarebbe direttamente collegata al contratto della Marina Australiana. Parlando ai microfoni di SBS Italian, ha confermato che la ragione ufficiale per il suo ritorno a Roma sarebbe di natura personale.

Tuttavia, la sconfitta di Fincantieri è uno dei due principali eventi accaduti durante il mandato di Gatti, insieme alla cancellazione della visita in Australia del presidente italiano Sergio Mattarella, una decisione che molti commentatori hanno visto in reazione alla saga del contratto per le navi da guerra.

Secondo Gabriele Abbondanza, ricercatore dell'Università di Sydney specializzato in geopolitica e relazioni diplomatiche tra Italia e Australia, la sconfitta di Fincantieri è stata inaspettata e potrebbe segnare una battuta d'arresto nelle relazioni diplomatiche tra i due paesi.

"Per l'Italia, vincere un simile contratto in Australia avrebbe significato la possibilità di mostrare al resto del mondo ancora una volta - perché già lo facciamo - che le capacità tecnologiche e militari del paese sono ai massimi libvelli, ma anche rinsaldare un rapporto di amicizia che c'è, che continua, che è molto antico, ma che va continuamente nutrito e coccolato".

Secondo Abbondanza, la sconfitta italiana mostrerebbe la necessità di ripensare i rapporti tra Italia e Australia, visto che la decisione di Canberra di preferire la proposta della britannica BAE Systems per la gara d'appalto può essere considerata "politica", una sorta di "corsia preferenziale artificiale" nel rapporto con il Regno Unito.

E, secondo Abbondanza, la sconfitta di Fincantieri mostra errori diplomatici da parte delle due parti, nonostante l'Italia sia uno dei principali partner globali dell'Australia sia a livello politico che economico. Ciononostante, nessun accordo di partnership strategica è mai stato firmato tra Italia e Australia, mentre Canberra ha stipulato accordi di questo tipo con partner ugualmente importanti o meno importanti rispetto all'Italia come Francia e Germania "e possiamo vedere i risultati di questi accordi" sostiene Gabriele Abbondanza.

La compagnia statale francese Naval Group costruirà infatti la flotta di sottomarini australiani mentre il costruttore tedesco Lürssen costruirà le navi di pattuglia per la marina.

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