Tre opzioni per il Business Visa: come fare e ne vale la pena?

Australian visas

Source: SBS

I Business Visa posso semplificare e talvolta velocizzare le tempistiche burocratiche australiane, anche se ad un costo.


A differenza di altri paesi che concedono la cittadinanza a chi investe, l'Australia rilascia solo la residenza permanente (e non la cittadinanza) con i visti Business, dove per 15 milioni di dollari si può avere un visto temporaneo iniziale e poi permanente dopo un anno di investimenti. Condizione a cui non tutti hanno accesso, ma non è decisamente l'unica opzione.

Come ha spiegato a SBS Italian l'agente d'immigrazione Emanuela Canini, molti degli italiani che arrivano Down Under sono molto motivati e hanno già l'idea di mettersi in proprio perché per vari motivi non lo hanno potuto fare in Italia. Purtroppo, però, spesso non sono nelle condizioni per farlo o non sono abbastanza informati su ciò che il Dipartimento dell'Immigrazione richiede e sui visti che permettono attività imprenditoriali.

Tre modalità di Business

  • La modalità più utilizzata per aprire un’attività commerciale è quella di utilizzare un Business visa, molto comune tra i cinesi ma non per gli italiani, in quanto non solo c’è un minimo di importo da trasferire in Australia di 800.000 dollari, ma bisogna anche dimostrare di aver avuto un’attività recente con un fatturato di almeno mezzo milione. Molti italiani sono così automaticamente esclusi data la giovane età e la mancanza di tali capitali. Rimane tuttavia un’opzione valida per gli imprenditori di un certo calibro.
  • La seconda opzione è quella di aprire un’attività e sponsorizzarsi all’interno della stessa. Opzione che l'agenta d'immigrazione Emanuela Canini ai microfoni di SBS Italian sconsiglia vivamente, dal momento che il Dipartimento di Immigrazione ha cominciato a rifiutare questo tipo di visti perché lo considera un escamotage, seppur legale, per aggirare il programma di sponsorizzazioni, che ha solo lo scopo di aiutare le aziende australiane. Questa opzione, dichiara Emanuela Canini, è altamente rischiosa, soprattutto quando il nome del proprietario o di un famigliare coincide con quello dello sponsorizzato.
  • L’ultima opzione è quella di aprire un’attività e lasciarla in gestione al personale locale e quindi venire a controllare che tutto vada bene una o due volte l’anno con un visto Visitor opzione Business. Quasi nessuno però è propenso a questa alternativa perché tutti vogliono lavorare all’interno della propria attività e averne il controllo continuo, oltre che avere la possibilità di vivere in Australia.
La conclusione tipica, per Emanuela Canini, è che la maggior parte di chi desidera mettersi in proprio deve aspettare di ottenere la residenza permanente per poi poter essere finalmente libera di creare il proprio business senza restrizioni di visti o di soggiorno.

Ascolta i consigli di Emanuela Canini ai microfoni di SBS Italian.

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