Il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen hanno annunciato dalla Scozia un accordo che prevede 600 miliardi di investimenti europei negli Stati Uniti e 750 miliardi in acquisti di energia americana.
Ma era la soluzione sui dazi quella che teneva tutti col fiato sospeso: dopo mesi di negoziati, è stato confermato un dazio base del 15 per cento per i prodotti europei importati negli Stati Uniti.
"Si tratta ancora di un accordo politico, non sottoscritto. Per ora sono parole vuote a cui bisognerà dare sostanza," spiega Massimiliano Tani, professore di Finanza presso la University of NSW di Canberra, questione che crea ancora molta confusione nei mercati internazionali e solleva molti dubbi.
Nessuna nazione ha evitato completamente le tariffe americane, il che solleva dubbi sulla richiesta di esenzione dell'Australia, le cui possibilità di ottenere la piena esenzione dalle tariffe si assottigliano sempre di più, dopo gli accordi tra Trump, l'Unione Europea e il Giappone.
"Lo scenario più probabile per l'Australia è forse peggiore rispetto a quello dell'Unione Europea," spiega Massimiliano Tani. "Vediamo cosa succede, ma prepariamoci a pagare di più."