"Chi paga il vero prezzo della passata?"

African migrant workers stage a march to protest against their work conditions, following the death of 16 of their colleagues in two separate road accidents

African migrant workers stage a march to protest against their work conditions, following the death of 16 of their colleagues. Source: Franco Cautillo/ANSA via AP

La pratica del "caporalato" è nuovamente sotto accusa in Italia dopo la morte di 16 braccianti agricoli di origini africane in due incidenti automobilistici separati.


Migliaia di lavoratori immigrati lavorano in Italia raccogliendo pomodori durante l'estate, guadagnando cifre irrisorie, addirittura un euro per 100kg di pomodori raccolti. Nonostante la maggior parte di loro abbia documenti in regola, spesso vengono remunerati con cifre al di sotto del salario minimo.

Dopo la morte di 16 braccianti in Puglia, la diffusa pratica del "caporalato" è tornata ad essere messa sotto accusa, mentre i braccianti denunciano l'uso di mezzi di trasporto sovraffollati e inadeguati da parte dei caporali. Le vittime, di origini africane, avevano tra i 21 e i 41 anni. Sugli avvenimenti sono in corso due inchieste, una per verificare le dinamiche e una per stabilire se fossero vittime del caporalato.
“I pomodori che vengono raccolti dai braccianti sfruttati del Foggiano, dove vanno a finire?” Stefano Liberti

Per via di questi sospetti gli incidenti hanno infatti riportato sulle prime pagine dei giornali italiani la piaga del caporalato, un sistema di reclutamento e sfruttamento dei braccianti tuttora in atto nonostante la legge italiana del 2016 che mira a eliminarlo.

Ne parliamo con Stefano Liberti, giornalista e scrittore italiano che alla questione ha dedicato diverse inchieste, e che sulla questione ha chiamato in causa anche le abitudini dei consumatori e della Grande Distribuzione Organizzata.

“La morte di quei braccianti in qualche modo indirettamente riguarda tutti noi cittadini consumatori, perché quando andiamo a comprare una passata da 39 centesimi di euro”, ha dichiarato ai nostri microfoni Liberti, “dobbiamo forse interrogarci su com'è possibile che quel prezzo sia così basso, e dobbiamo domandarci, credo, chi paga quel costo che noi effettivamente non stiamo pagando, perché con 39 centesimi stiamo pagando sostanzialmente la bottiglia, il tappo e quasi nulla di quello che c’è dentro”.

Per ascoltare l'intervista audio clicca sull'audioplayer sotto il titolo.

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