Figura eclettica della storia dell’architettura italiana, Giuseppe Pagano viene riscoperto in Australia grazie alla pubblicazione di una monografia a cura di Flavia Marcello.
“Giuseppe Pagano nasce in un paesino della penisola istriana, Parenzo, e cresce in una casa italiana, immerso nella cultura italiana, ma all’interno dell’Impero austro-ungarico; infatti trascorrerà tutta la sua vita come ‘altro’, un controcorrente o un diverso”, racconta Flavia Marcello su SBS Italian.
Professoressa associata della Swinburne University di Melbourne e ricercatrice presso Swinburne’s Centre for Transformative Media Technologies, Marcello ha firmato un volume monografico sull’architetto dal titolo Giuseppe Pagano. Design for Social Change in Fascist Italy.
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Per Giuseppe Pagano (1896 -1945), l’Italia rappresenta una scelta di vita che compie coscientemente a partire dall’italianizzazione del nome - Pagano nasce Pogatschnig - e che infoma le sue scelte personali e professionali.
“Si sente nell’animo profondamente italiano, tant'è che quando scoppia la Prima Guerra Mondiale non si arruola nell’esercito austro-ungarico contro l’esercito alleato, ma quando l’Italia entra in guerra Pagano scappa dal liceo che frequentava a Trieste per raggiungere Padova, dove si arruola nelle forze italiane e cambia nome”.
Pagano parteciperà anche alla Seconda Guerra Mondiale e alla impresa di Fiume, con le truppe di Gabriele D’Annunzio. Il giovane sarà tra i fondatori del Fascio di Parenzo, “pensiamo a lui come un nazionalista, un idealista che vede nel fascismo una forza per il rinnovamento. Aderisce quindi ai primi ideali del fascismo nelle sue istanze socialiste e nazionaliste”.
Un’adesione che però, a seguito degli orrori della guerra e alla trasformazione del fascismo in una forza conservatrice e repressiva, andrà via via sfaldandosi tanto che negli ultimi anni Pagano aderirà ai movimenti di Resistenza.
“Lui crede che l’arte, l’architettura e il design siano strumenti per cambiare la società. Lui vede il fascismo come un alleato in questo processo all’inizio, ma poi il fascismo diventa il nemico perché si rende conto che il regime ferma il cambiamento”.
La vita di Pagano si spegnerà nel campo di concentramento di Mathausen, in Austria, dove era internato, solo 13 giorni prima dell'armistizio e della liberazione dei prigionieri.
Durante i suoi 13 anni di carriera di architetto, gli ideali e i valori di innovazione e cambiamento, vengono trasformati in forma architettonica e in teorie per l’architettura, tanto che il critico Bruno Zevi scrisse che il suo essere architetto mirava "non alla poesia, ma a un linguaggio civile".
"Per Pagano, la questione non è il come fare l'architettura, ma il perché farla; l'architettura deve essere pensata per le persone che la vivono e non una follia estetica"
Tra le sue opere si ricordano in particolare l'Istituto di Fisica della Città universitaria di Roma e la sede dell'Università commerciale Luigi Bocconi Milano, ma Pagano sarà anche un teorico e darà dei contributi importanti all’arte, al design, ai media e all’editoria.
Ascolta l'intervista Flavia Marcello:
Per partecipare alla presentazione del volume a cura di Flavia Marcello:
Martedì 2 marzo 2021, 18.30-20
CO.AS.IT., 199 Faraday St Carlton 3053
Evento gratutito, per prenotazioni: www.coasit.com.au
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