Proprio 85 anni fa per la prima volta venne organizzata una protesta sotto il nome di Day of Mourning, per contrapporla alle celebrazioni dell'allora 150mo anniversario dell'arrivo della Prima Flotta.
Da tempo il 26 gennaio viene contrassegnato anche da innumerevoli cerimonie di cittadinanza, ma c'è chi si interroga sull'opportunità di associare a questo giorno la celebrazione dell'ingresso di nuove persone nel novero dei cittadini.
Alcune amministrazioni locali hanno recentemente spostato ad altri giorni le cerimonie di questo tipo ed altri eventi programmati per il 26 di gennaio, inclusa l'amministrazione di Merri-Bek, prima nota come Moreland, nel nord di Melbourne, e quella confinante di Darebin.
"Australia Day fa luce sui problemi che ci sono qui sui problemi di integrazione delle popolazioni Aborigene", ha commentato Govinda, un ascoltatore intervenuto in diretta.
"L'Australia è un Paese fantastico perché ha accolto tante persone provenienti da tutto il mondo, e fa sentire ognuno australiano, ma è veramente triste come si sentono gli Aborigeni nella loro terra", ha aggiunto.
"Cerchiamo di ascoltarli".
Gaetano Greco, membro del Council di Darebin a Melbourne, ha spiegato che le cerimonie di cittadinanza sono state sospese oggi per rispetto a cittadini e cittadine Aborigeni e il loro dolore.
"Penso che dobbiamo rivedere il concetto di questa celebrazione, Australia Day deve essere un giorno che include tutti", ha spiegato, aggiungendo che la conoscenza delle culture indigene è fondamentale per il senso di appartenenza di tutti coloro che vivono in Australia.
Roberto Giunta, che da anni lavora con le comunità Aborigene in NSW, ha sottolineato che il 26 gennaio ha contrassegnato per loro l'inizio di esperienze traumatiche, dell'impossibilità di vivere la propria cultura e parlare la propria lingua, e per questo cambiare la data sarebbe, a suo parere, un messaggio importante di healing.
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