Erano le 6.30 di mattina del 7 ottobre del 2023, quando Israele venne svegliata dalle sirene. Migliaia di militanti di Hamas erano entrati sul suolo israeliano, via aria e via terra, rapendo 254 persone - di cui 229 civili - e uccidendo più di 1200 persone.
"A distanza di un anno, è lecito chiedersi quanto il 7 ottobre sia stato positivo per Hamas," esordisce il giornalista Michele Giorgio.
Ascolta il nostro servizio cliccando sul tasto "play" in alto
Molti pensano che quell'operazione fosse finalizzata al rapimento di alcuni ostaggi e, dopo un breve conflitto si sarebbe arrivati ad uno scambio tra ostaggi che avrebbe dato ad Hamas un grosso prestigio. Ma così non è andata.Michele Giorgio
Dopo un aggiornamento sulla situazione ai fronti - con l'IDF che continua a colpire duramente il Libano - Giorgio si è soffermato sui temi principali che sono emersi ad un anno di distanza dalla cosiddetta "Alluvione Al-Aqsa".
In particolare, Giorgio ha sottilineato il processo in corso presso la Corte internazionale di giustizia dell'Aia, in cui Israele è imputato di genocidio.

Carrarmati israeliani a Near Sderot, pronti ad entrare a Gaza pochi giorni dopo il 7 ottobre 2023. Source: Getty / Amir Levy
Nella richiesta c'erano anche tre alti funzionari di Hamas - Yahya Sinwar, Mohammed Diab Ibrahim Al-Masri (Deif) e Ismail Haniyeh, che nel frattempo sono stati uccisi dalle milizie israeliane.

Un bambino ferito viene trasportato in seguito ad un attacco aereo israeliano davanti all’ingresso dell’ospedale al-Shifa a Gaza City, venerdì 3 novembre 2023. Source: AP / Abed Khaled/AP/AAP Image