Esattamente 70 anni fa, lungo le strade allora polverose della Grande Boucle, il ciclismo italiano scrisse la sua pagina più bella, con l’ingresso di Fausto Coppi nella leggenda dello sport.
Il campionissimo di Castellania, in provincia di Alessandria, si garantì un posto tra gli immortali del ciclismo vincendo per la prima volta nella storia sia il Tour de France che il Giro d'Italia nello stesso anno solare, un’impresa che ripeterà poi nel 1952.
Ma nel 1949 Coppi battè anche lo storico avversario Gino Bartali, che si piazzò al secondo posto della classifica generale, staccato di 10' 55" dal vincitore. Fu il canto del cigno per Bartali, che salì sul terzo e suo ultimo podio al Tour, dopo i due trionfi nelle edizioni del 1938 e del 1948.
Dopo aver conquistato il suo terzo giro, nel 49’ Coppi debutta al Tour come co-capitano della nazionale, insieme a Bartali.
Il commissario tecnico Alfredo Binda, ricorda il commentatore di ciclismo di SBS Italian Fabio Petrò, preoccupato per la rivalità dei due atleti, fece firmare ad entrambi il cosidetto “patto di Chiavari”, con il quale i due si impegnavano a non ostacolarsi durante la gara.

The team of Italy for the Tour de France, place du Palais Royal, Paris, 30th June 1949. From left to right: Guido de Santi, Mario Ricci, Vicenze Rossello, Luciano Pezzi, Seraphino Biagioni, Bruno Pasquani, Gino Bartali, Giovanni Corrieri, Gino Sciardis, Angelo Brignole, Fausto Coppi (future winner), Ettore Milano. Source: Roger Viollet
Il Tour di Coppi parte però malissimo: nelle prime quattro tappe perde addirittura 18 minuti dalla maglia gialla. Il riscatto sembra giungere nella quinta tappa, grazie ad una fuga di oltre 100 chilometri.
Ma una collisione con l’allora maglia gialla, il francese di origine italiana Jacques Marinelli, rischia di compromettere definitivamente il Tour di Coppi. La sua bici dopo lo scontro è inutilizzabile, con ruota e forcella rotte. Uno dei direttori sportivi della nazionale gli offre immediatamente la bici di uno dei gregari, ma Coppi vuole la sua, che si trova sull’ammiraglia guidata da Binda.
Il corridore si siede sul marciapiede e aspetta la sua bici, che arriva portata da Binda in persona, salito su una motocicletta dell’organizzazione per fare prima.
Coppi è demoralizzato, vuole addirittura ritirarsi, ma viene convinto a ripartire dal commissario tecnico che gli ricorda il patto di Chiavari e la promessa dei due leader della nazionale di aiutarsi a vicenda.
Il distacco di Coppi dalla maglia gialla è abissale, quasi 37 minuti. Nelle tre tappe successive Coppi si lancia all’attacco, andando sempre in fuga sui Pirenei e rosicchiando minuti e secondi preziosi per tenerlo in gara.
Si arriva all’ultima settimana, con l’ostacolo delle Alpi.
Durante la Briançon–Aosta, la coppia Coppi-Bartali allunga sul San Bernardo, ma in discesa quest’ultimo, che nelle tappe precedenti aveva conquistato la maglia gialla, fora e poi cade.
Coppi, memore del patto di Chiavari, fa per aspettarlo, visto che si tratta del capitano e del leader della corsa. Interviene però il commissario tecnico Binda che gli impone di continuare: nei restanti 42 chilometri, Coppi guadagna quasi cinque minuti su Bartali, vince e conquista la maglia gialla.

The most famous photo showing the passing-over of a water bottle between Italian cyclists Gino Bartali and Fausto Coppi during a stage of the Tour de France 1949. Source: ANSA
Nell’ultima tappa, una cronometro di 137 chilometri la superiorità di Coppi si manifesta con una vittoria schiacciante e oltre sette minuti sul secondo classificato.
È il trionfo, con l’arrivo di Parigi dopo una corsa ricca di emozioni e la vittoria del suo primo Tour alla prima partecipazione.
Ascoltate la storia del trionfo in Francia di Fausto Coppi raccontata dal commentatore di ciclismo di SBS Italian Fabio Petrò cliccando sull'audio-player sotto il titolo.

Italian cyclist Fausto Coppi waves to the cheering crowd of spectators on July 24, 1949 in the Parc de Princes stadium in Paris. Source: AP




