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“A gennaio, dopo aver concluso il tour invernale dell’ultimo disco Paura e l’amore, purtroppo le condizioni di Elisabetta si stavano aggravando. È stato un periodo molto duro e io stavo cercando di capire se fosse il caso di andare avanti, mi chiedevo se fosse giusto continuare con i Sick Tamburo. Ma un giorno giocando un po’ con la chitarra mi è venuto spontaneo fare alcuni nostri pezzi in una versione diversa, ovvero suonandoli come li avrei probabilmente suonati la prima volta che ho preso in mano una chitarra, con il mio stile originale, da qui “Back to the roots”. Questo mi ha dato una nuova energia, mi sono detto “dai Giamma, vai avanti”. Ho condiviso questa idea con Elisabetta che è stata molto contenta e che come al solito ha messo tutta la sua energia, un’energia talmente grande da oscurare qualsiasi movimento di chiunque altro, me compreso. Lei come sempre ha dato il suo contributo, ma non ha potuto finire il lavoro. Abbiamo capito che continuare con i Sick Tamburo significa portare sempre con noi Elisabetta, e questa è la cosa più importante.”
“Tre termini per descrivere la nostra musica? Quello più azzeccato è sicuramente sincero, perché tutto quello che è stato fatto dai Sick Tamburo è nato con sincerità, la gente ha sempre capito che non c’è artifizio, c’è verità in tutto, sia nell’approccio musicale, sia nei testi. Quindi un’altra parola è sicuramente verità. L’altro termine ha a che fare con il motivo per cui i Sick Tamburo sono nati, il primo punto di aggancio tra di noi, prima ancora della stessa musica ovvero l’amore, il volersi bene nel senso più generale.”

foto di Paolo Degan Source: Paolo Degan
Tutti ricordano l’enorme successo dei Prozac+, un successo che non era pronosticabile. Voi da dentro come l’avete vissuto e quali pensi che siano stati gli ingredienti artefici di quel grande successo?
“Sicuramente nessuno se lo aspettava, tanto meno noi. Devo dire che anche in quel caso la prendemmo con molta più naturalezza di quanto si possa pensare. Eravamo felici ovviamente, ma sempre con i piedi per terra. Non ci siamo mai fatti castelli in aria. Credo che gli ingredienti di un successo del genere siano sempre gli stessi: fare la cosa giusta al momento giusto. Se l’avessimo fatto un anno prima o un anno dopo probabilmente non sarebbe andata così.”
“Oggi la parola indie ha assunto un altro significato. Noi siamo stati tra i primi gruppi a proporre, imperterriti, una musica che io definisco alternativa, più che indie. Oggi si usa indie per indicare quello che fondamentalmente è la nuova musica leggere italiana, e non capisco cosa ci sia di male a definirla così. Qualcuno la fa bene e qualcuno male, come in tutte le cose. È semplicemente pop, non c’è niente di male. Anche Acida è stata pop a suo modo.”
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foto di Paolo Degan Source: Paolo Degan
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